domenica 12 maggio 2019

I miei diari della scuola

Post pubblicato su Pietro Saba World il 11/09/2018 Qui - Alcuni blogger (non ricordo quanti e chi sinceramente) ci hanno già pensato e l'hanno realizzato un post del genere, un post fatto per far conoscere e voler ricordare un periodo che molti rimpiangono (altri decisamente no, ma non io, che indietro nel tempo ci andrei volentieri per ritrovare i miei "vecchi" compagni, perlopiù amici, che hanno allietato un periodo sicuramente importante per tutti), ovvero quello riguardante la "carriera" scolastica di ognuno di noi, e tramite i propri (personali e non) diari. E siccome tra pochi giorni il nuovo anno scolastico comincerà, ho voluto proprio adesso, proprio in questo periodo, proporvi ciò, per far appunto un viaggio nei miei ricordi e farvi così sapere quali sono stati I miei diari della scuola, diari che, anche se li avrei voluto conservare, purtroppo non ho più in mio possesso (e in tal senso le foto sono state prese a titolo dimostrativo da internet). E tuttavia e nonostante questo, proprio non potevo dimenticare quali di questi diari sono stati i miei fedeli "compagni", soprattutto di "scarabocchio", dei miei anni di scuola, cominciati nell'anno 1990 e conclusi nel 2003, 13 anni in cui dopo un inizio sorprendentemente (ed apparentemente) tranquillo, anche perché a scuola volevo comunque andarci (i problemi arriveranno dopo che si capirà cosa significhi davvero l'istruzione), è finita come una liberazione, una liberazione dai compiti e dalla stessa scuola, mica per altro ovviamente. Ed eccovi quindi quali sono stati i miei strumenti di "appunti scolastici", i strumenti che ogni anno, almeno i più, sceglievano dal cartolaio di fiducia.
Il mio primo diario però, non è stato un classico diario, era esattamente un'agenda. Alcuni lo ricorderanno che negli anni '90, forse anche adesso non so, le assicurazioni e simili, regalavano ai loro "protetti" le classiche agende annuali, ebbene per i primi anni (anche perché essi servivano solo per annotare compiti, note e quant'altro) ho avuto a disposizione diverse di queste agende. E tuttavia in alcune di ciò non mi limitavo solo a scrivere (il movimento di "liberazione" infatti cominciava già a farsi strada), ma anche a disegnare ed annotare qualunque cosa volessi. Ma è con le medie che la situazione cambiò, dopotutto in quel periodo saliva in noi la volontà di ribellarsi alle regole e alle istituzioni, e quale tipo di diario poteva in quegli anni assoggettare quel tipo di pensiero nei giovani studenti? Ovvio, il Sottobanco, che già dalle sue copertine "doppie" e infarcite di vignette irriverenti nei confronti della scuola, facevano già capire tutto della sua tendenza, volontà, di essere più che il classico diario, in cui ormai di scrivere i compiti non ci andava più, ma essere invece uno strumento non solo di "lavoro" (sporco lavoro), ma di gioco, di creatività e svago, e non a caso il mio era pieno di disegni, spoglio di "gadget" e giochi già consumati e completati, e pieno di pensieri. E tutto questo è durato per tanti anni, precisamente tre, perché arrivati alle superiori qualcosa inevitabilmente cambia.
Infatti, alla soglia dell'adolescenza (per quelli ovviamente che compivano 14 anni, per le nuove generazioni era ancora il diario dei diari da avere) il Sottobanco era ormai un oggetto per "bambini", un diario ormai "vecchio". E quindi era ovvio ripiegare tra i diari/agende più famosi e conosciuti a quell'età, scegliendo tra Smemoranda e Comix. Ed io, anche se non ricordo l'ordine preciso, li ho avuti, consumati e riempiti entrambi. Sì perché, più che scriverci qualcosa riguardante la scuola (ormai, o almeno personalmente, di compiti ed interrogazioni, non si sentiva l'esigenza più di annotare, soprattutto a chi di studiare proprio non andava), disegnavo scritte da tifoso di calcio e alcuni schizzi calcistici (ma non solo), annotavo la mia squadra del fantacalcio con relativi voti settimanali e ci mettevo dentro cose "utili". E quindi a fine anno scolastico sembrava il doppio di quanto era prima di acquistarlo agli inizi di settembre. E in tal senso bisogna dire che di certo non costavano pochissimo, tuttavia i miei mi permettevano di scegliere quello che volevo, sia riguardante i diari, ma anche astucci, cartelline, cartelle ed oggetti vari per affrontare il calvario studentesco. Ma per questo ci sarà tempo (o forse no, se lo vorrò dipende), perché per oggi sono più che soddisfatto di aver fatto questo memorabile viaggio tra uno degli oggetti di culto per eccellenza di noi studenti, il diario, il nostro primo amico, compagno di banco.

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