Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/07/2024 Qui - I Guardiani della Galassia hanno sorpreso piacevolmente sia al cinema che nella loro versione videoludica. La loro chimica esilarante, divertente e irriverente è stata fedelmente riprodotta nel gioco, mantenendo l'atmosfera dei film di James Gunn. I dialoghi e le interazioni tra i membri dell'equipaggio della Milano sono un punto di forza del gioco, con personalità e battute variegate che garantiscono divertimento. La trama, seppur semplice, è coinvolgente e vede svilupparsi la coesione del gruppo insieme alle abilità dei personaggi. Il gameplay di Marvel's Guardians of the Galaxy, incentrato sulla collaborazione nei combattimenti, permette di dirigere le mosse del team tramite un menù rapido, sebbene un po' complesso. Gli scenari vari tra pianeti e astronavi sono ben realizzati, con percorsi definiti e deviazioni per collezionabili che arricchiscono la narrazione. La storia, non troppo complessa, emoziona e intrattiene, supportata da una colonna sonora fedele agli anni '80. Marvel's Guardians of the Galaxy è un action-adventure con elementi RPG e shooter, un'avventura di azione e amicizia narrata con maestria, che sottolinea il fascino dei Guardiani della Galassia. Il gioco brilla per il suo dettaglio, con un gameplay vivace e fluido che diventa appena ripetitivo verso la fine. La trama, distinta dai film, esplora profondamente ogni eroe spaziale, con dialoghi eccellenti che catturano l'attenzione. Le relazioni tra i personaggi, come Rocket e Groot o Peter Quill e Gamora, sono intensamente ritratte. L'opera è completa, sia nei contenuti che nella durata ottimale, offrendo un'avventura intensa senza richiedere troppo tempo. Invita a giocare più volte per esplorare le varie trame e trovare tutti i collezionabili. È un gioco semplice ma ben realizzato, che segue gli standard delle produzioni moderne senza perdere in coinvolgimento e divertimento. Nonostante qualche bug minore, è un'esperienza complessivamente piacevole e raccomandabile, specialmente ai fan dei Guardiani della Galassia, ma anche a chi cerca ore di puro divertimento. Voto: 8
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venerdì 5 luglio 2024
giovedì 11 maggio 2023
Shadow of the Tomb Raider
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/05/2023 Qui - Terzo e forse conclusivo capitolo della saga reboot su Lara Croft, e questa volta dovremo salvare addirittura il mondo. Ma semplicemente però, un capitolo (come la sua trama) senza infamia né lode, incapace a rendersi indimenticabile. Shadow of the Tomb Raider chiude infatti la trilogia iniziata da Crystal Dynamics nel 2013, ma non lo fa col "botto", con quello stile, quella "potenza" che ci si aspettava. Intendiamoci, il gioco nell'insieme è bello, e struttura e meccaniche sono a grandi linee quelle dei capitoli precedenti, dunque capaci di offrire un'esperienza di gioco divertente e appagante. Ma forse proprio in questo suo essere "uguale" ai capitoli che lo hanno preceduto (Rise of the Tomb Raider), scenari a parte, sta anche il suo limite: senza spunti particolari, idee, novità. Proprio per questo, e per i problemi legati alla mancanza di fluidità in certi frangenti, lo ritengo valido ma un gradino sotto ai precedenti. Uscito difatti dall'esperienza di Shadow of the Tomb Raider convinto, ma con qualche perplessità. Non nascondo una certa delusione relativa ai risvolti narrativi del gioco, su cui Eidos Montreal avrebbe potuto lavorare decisamente meglio per concludere in modo più intrigante questa trilogia, ma nel complesso il capitolo finale risulta comunque appagante. Grazie ad una serie di novità introdotte nel gameplay, che ben si sposano con la formula oramai consolidata dei precedenti episodi, la nuova (e ultima, quanto meno per il momento) avventura con protagonista Lara Croft è buona, ma non stellare, efficace, e non rivoluzionaria al 100%. La sensazione è che Eidos non abbia voluto allontanarsi troppo dalle solide esperienze costruite da Crystal Dynamics precedentemente, preferendo la strada sicura già intrapresa anziché sperimentarne una più innovativa e anche un po' più rischiosa. Al netto delle poche critiche (anche se non mancano i difetti, che sono tanti) e dei tempi di caricamento un po' tediosi, Shadow of the Tomb Raider lascia positivi ed ora non vedo l'ora di scoprire se la cacciatrice di tombe più amata della storia dei videogiochi tornerà presto ad emozionare (sono passati anni ed ancora non si sa), sperando che a livello narrativo si inventino qualcosa di meglio. Voto: 6,5
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Videogiochi del periodo (Marzo/Aprile 2023)
Post pubblicato su Pietro Saba World il 11/05/2023 Qui - Un sacco di titoli/giochi, che letteralmente ricevo (gratis e digitalmente) da tutte le parti, possibili e riscattabili, tanto che complicata è la gestione del tutto. Il problema più grande paradossalmente è l'ampia scelta, ma come per altre cose, ci sono sempre delle priorità, e in questo caso dipende non solo dal genere che apprezzo o meno, ma anche dalla "fama" di un determinato titolo, un titolo che peraltro potrei voler giocare da tanto tempo e che solo adesso ho occasione di valutare, ciò che in parte è successo con questi titoli giocati negli ultimi due mesi. Ci sono comunque delle mancanze, tipo giochi quali Inside e Limbo, che potevo tra l'altro comprare settimane fa a prezzo stracciato, ma come già detto altre volte, è davvero utile e necessario? Visto il momento economico e il resto già specificato la risposta non può che essere negativa, ma c'è sempre tempo, e comunque non c'è niente di cui lamentarsi, perché arriveranno ancora giochi gratis, e pure famosi.
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venerdì 9 settembre 2022
Rise of the Tomb Raider
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/09/2022 Qui - Il secondo gioco prodotto da Crystal Dynamics e pubblicato nel 2015, Rise of the Tomb Raider (giocato nella versione celebrazione per i 20 anni ricevuta gratuitamente lo scorso inverno), si presenta come un bel balzo in avanti rispetto al precedente titolo (Qui). A livello tecnico è invecchiato meglio e le aggiunte introdotte al gameplay rendono sia l'esplorazione che il combattimento più appaganti e profondi. L'ambientazione siberiana l'ho trovata per certi versi più evocativa rispetto quella isolana, sebbene la struttura narrativa subisca un brutto colpo quando ci si rende conto che la presenza degli Immortali a difesa del tesoro non è poi differente rispetto ai guerrieri giapponesi del gioco precedente. La storia invece ruota attorno ad un nemico solo vagamente accennato nel primo titolo, e solamente riconoscibile da coloro che hanno fatto collezionismo di segreti. Tuttavia la loro presenza ed il modo in cui sono stati concepiti li trovo funzionali ed a loro modo interessanti, sebbene pecchino di originalità. Nel complesso il secondo capitolo delle nuove avventure di Lara Croft mi è piaciuto di più, ma l'ho trovato anche più dispersivo. Il simil-open world qui inizia a risultare troppo vuoto e fine a se stesso. Vi hanno sì introdotto delle missioni secondarie per dare maggiore varietà, ma sono comunque poche e la maggior parte del tempo si gira per gli ambienti al solito scopo di raccogliere oggetti collezionabili (non male invece i DLC, davvero bello Baba Yaga: il Tempio della Strega). Nonostante queste sue piccole pecche, ho apprezzato molto il gioco per la sua maturità. Voto: 7+
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sabato 5 giugno 2021
Murdered: Soul Suspect
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/06/2021 Qui - Un avvincente thriller soprannaturale, che vuole raccontare, non spaventare, intrigare anziché meravigliare, questo è Murdered: Soul Suspect, sviluppato da Airtight Games e pubblicato da Square Enix, anche per PC. Un videogioco (in stile azione-avventura con meccaniche stealth) che parte da una premessa inattesa e originale, la morte del suo protagonista, per poi sviluppare in modo interessante la personalità e i poteri ormai spettrali di quest'ultimo mettendoli al servizio di un gioco investigativo abilmente congeniato (tecnicamente poi, non proprio eccelso ma fatto bene). Imprigionato in una sorta di purgatorio infatti, chiamato regno della Penombra, il protagonista (il giocatore) dovrà affinare i suoi (nostri) nuovi poteri da spettro e combinarli con le sue (nostre) innate abilità investigative per svelare la scioccante connessione tra la tua (nostra) morte ed una serie di terrificanti omicidi che stanno terrorizzando la tranquilla cittadina di Salem. Su questa base il gioco si divide sostanzialmente in due modi di operare che si alternano dall'inizio alla fine dell'avventura: il primo, consiste nel raggiungimento del luogo di interesse e della scena del crimine, il secondo, invece, prevede la risoluzione dei misteri attraverso un'elementare ricostruzione degli eventi, utilizzando al meglio gli indizi scovati all'interno delle area. Uno dei punti chiave e quello di maggior forza, di Murdered: Soul Suspect è una storia che cattura e tiene incollati fino al suo sorprendente finale. Trovandoci così di fronte ad un titolo che abbraccia una certa filosofia di sviluppo, che ha come centro il suo grande sbilanciamento verso la narrazione a discapito di un gameplay accattivante. Quest'ultimo infatti, abbastanza semplicistico, bisogna semplicemente esplorare il luogo del crimine e scovare i visibilissimi indizi, ma ci si può sorvolare sopra, la componente narrativa ed emozionale diventa, è, il vero cuore del videogames, in aggiunta alle affascinanti e lugubre atmosfere di una Salem incredibilmente vivi (in aggiunta alla divertente funzione, quando richiesto, di possedere, ed essere così, un gatto, ovviamente nero). Un videogames quindi più che discreto, addirittura ottimo se non fosse per due grosse pecche. Prima pecca l'impossibilità di configurare i tasti a proprio piacimento, forzandomi ad effettuare giochi di prestigio con la tastiera, seconda pecca l'uso di combo (a tre pulsanti) per riuscire ad uccidere i demoni (che, visto il plot, per forza di cose ci sono) che solo con un aiuto esterno ho potuto eliminare. Avrei preferito più demoni, ma più facili da abbattere, che pochi ma difficili da sconfiggere. Tuttavia, e nonostante ciò, resta un prodotto apprezzabile, sempre appetibile agli amanti dei thriller e delle atmosfere noir, col suo ottimo plot, alcuni bei colpi di scena e quell'elemento paranormale che rende tutto più interessante. Non un titolo perfetto, ma che può riservare delle soddisfazioni agli amanti delle storie intriganti (come me), soprattutto se si è propensi a sorvolare sulle mancanze del gameplay, e non solo. Voto: 7+
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Videogiochi del periodo (Aprile/Maggio 2021)
Post pubblicato su Pietro Saba World il 05/06/2021 Qui - Tra i tanti giochini offerti da SEGA lo scorso ottobre c'era pure Golden Axed: A Canceled Prototype, un picchiaduro come quelli di una volta, decisamente vecchio stile, non per caso specie di reboot del videogame Golden Axe, degli anni '90. Tutto nostalgicamente bello, peccato che era solo un demo e dalla durata esigua (massimo 5 minuti), però ammetto che mi è piaciuto. Non mi è invece piaciuto scoprire che dei tre giochi offerti da Ubisoft lo scorso inverno, solo Trials Rising (di cui ho parlato 2 mesi fa, Qui) era "abbordabile". Nel senso che non facevano per me e/o non erano granché, ho provato infatti a giocare ad Anno 1701: History Edition, gioco di strategia e simulazione, ma dopo 30 minuti mi è venuto a noia. Discorso diverso invece per l'altro, un simulatore di volo di tipo adventure action dal nome Starlink: Battle for Atlas, che neanche ho provato perché non è mai stato il mio genere. Simulazione di guida sì, ma astronavi od aerei da pilotare proprio no. Una piccola fregatura insomma, con l'unica consolazione che erano gratis, e che comunque quello a cui ho giocato (quell'unico appunto dei tre) non era affatto male, anzi. Di gratis in quest'ultimo periodo videoludico invece c'è solo SteamWorld Dig, che era "sepolto" da un po' nella libreria di Origin, tutti acquistati gli altri (da Steam), giochi di cui parlo/scrivo oggi, giochi che hanno riservato sorprese ed alcune avversità, ecco quali.
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venerdì 9 ottobre 2020
Lara Croft and the Temple of Osiris
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/10/2020 Qui - Dopo la soddisfacente prima esperienza con la saga videoludica di Lara Croft, avvenuta mesi fa con il discreto reboot del 2013 (qui), ecco la seconda, con l'altro titolo che Steam gratuitamente donò e che io riscattai. E il titolo è praticamente l'erede e sequel di Lara Croft and the Guardian of Light, lo spin-off dedicato alla bella eroina uscito nel 2010 (quattro anni prima rispetto a questo), che ci porta all'interno di un'avventura (action) ricca di enigmi e puzzle da risolvere, caratterizzato da una visuale isometrica e dal gioco in cooperativa (di un massimo di quattro giocatori, quattro come i personaggi, in questa avventura Lara si ritrova infatti insieme all'archeologo rivale, Carter Bell, e alle antiche divinità Horus e Isis). E proprio da queste due caratterizzazioni partiamo, dicendo però che se il gioco in cooperativa non è un problema, ogni giocatore può decidere (la scelta nel mio caso obbligata non avendo occasione di chiamare a rapporto nessun altro giocatore) di guidare Lara alla termine di questa avventura anche in solitario (un aiuto sarebbe stato tuttavia utile nella battaglia finale), una delle qualità migliori di Lara Croft and the Temple of Osiris è infatti il suo trasformismo (in base al numero di giocatori si differenzia difatti nel gioco), il problema c'è soprattutto nella sua visuale. Il sistema di controllo per esempio, su PC è quasi impossibile giocare con tastiera a meno di essere i figliastri del Doctor Octopus e, anche utilizzando il mouse, la situazione non migliora di molto a causa di una telecamera scomoda che costringe i giocatori a gestire al millimetro gli spazi e a rimanere sempre appiccicati come delle ventose. Ma la generale scomodità nel giocare Lara Croft and the Temple of Osiris è solo uno dei problemi, da menzionare c'è pure la scarsa varietà degli enigmi che, dopo le prime tre o quattro tipologie, mischiano solamente le carte in tavola senza inserire qualcosa di veramente innovativo, rendendo buona parte della seconda metà dell'avventura noiosa. Un'avventura di cui setting è naturalmente l'Egitto, con tutto ciò che ne consegue in termini di mitologia, divinità, tombe e tesori.
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venerdì 26 giugno 2020
Tomb Raider
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/06/2020 Qui - Durante il periodo della quarantena, giorno preciso non ricordo, Steam ai suoi giocatori pensò, e propose alcuni giochi gratuiti da riscattare, tra quelli che c'erano a disposizione, due titoli catturarono la mia attenzione, Tomb Raider (il reboot del 2013) e Lara Croft and the Temple of Osiris, ed entrambi riscattai. Una cosa incredibile a pensarci, perché in occasione della recensione del film con Alicia Vikander (qui), che proprio dal reboot in questione prende spunto (parola chiave Himiko), dissi che mai a Tomb Raider avevo giocato, e neanche a farlo apposta l'occasione propizia. Tuttavia in questa recensione mi soffermerò sul Tomb Raider 2013, perché all'altro titolo (che non so neanche se è un sequel, un remake, un reboot o qualcos'altro) devo ancora giocarci, e un po' più in là ciò accadrà. Innanzitutto è abbastanza normale fare un confronto tra il gioco e il film, se quest'ultimo si distanzia leggermente (vi ricorda qualcosa un naufragio improvviso e un'isola misteriosa?) dalla trama (e fa comunque un discreto lavoro), se la caratterizzazione della protagonista è praticamente identica (Lara Croft non è un'esperta archeologa e guerriera, ma una ragazza giovanissima e studiosa, una ragazza comune, proprio come tante altre), a cambiare è ovviamente il resto, compreso il risultato finale. E' una cosa ovvia sì, sono effettivamente due cose diverse, ma bisogna ammettere che molto più divertente e ancor di più intrattenimento è il gioco, che in ogni caso esente da difetti non è affatto. La prima cosa che balza all'occhio è proprio la protagonista, che è bella, forse troppo, è giovane, forse troppo, è fortunata, decisamente troppo, è indistruttibile, assolutamente troppo, perché va bene che è un gioco, ma peggio di Terminator si può? Comunque, dal punto di vista del gameplay, il "nuovo" Tomb Raider è intenso e variegato, richiede molta attenzione da parte dell'utente, che non dovrà correre il rischio di distrarsi, alcune volte Lara, potrebbe non avere infatti una presa salda su una sporgenza e questo comporterà alla pressione di un tasto.
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giovedì 9 aprile 2020
Life Is Strange: Before the Storm
Genere: Avventura grafica
Origine: USA 2018
Sviluppo: Deck Nine Games
Sviluppo: Deck Nine Games
Pubblicazione: Square Enix
Tema: Adolescenza
Modalità di gioco: Giocatore singolo
Longevità: 10-12 ore
Longevità: 10-12 ore
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/04/2020 Qui - Cambiano gli sviluppatori, Deck Nine Games si prende infatti l'onere di salire sul palcoscenico dopo Dontnod Entertainment, cercando di aggiungere qualcosa alla storia di Dontnod, ma non riescono a generare la stessa magia. Vuoi per il cambio di prospettiva, vuoi per altro, però Before the Storm lascia un po' di amaro in bocca (il problema? sappiamo che è tutto già scritto). Saper raccontare bene una storia non è cosa da tutti, ma Life is Strange c'era in qualche modo riuscito. Non senza strascichi, ma portando a casa il risultato (quello ascrivibile al capolavoro). Ma saper raccontare bene una storia di cui tutti conoscono già il finale, beh, è un'altra storia (pochi ci riescono, Rogue One per esempio). La colpa più grossa di Before the Storm, in fondo, è proprio questa: dall'inizio alla fine si ha la consapevolezza di come andranno a finire le cose (in particolare, capita spesso di pensare che tanto alla fine il destino è già tracciato, e le scelte che si stanno prendendo sono alla fine irrilevanti) e vengono quindi giocoforza a mancare tutti i colpi di scena, i cliffhanger e gli espedienti narrativi di questo tipo che chi scrive può utilizzare per stendere chi legge (o gioca, in questo caso) la sua opera. Before the Storm inciampa sulla sua stessa natura: sapendo che di fatto è un filler, viene a mancare l'empatia. Come da titolo, le vicende raccontate sono quelle prima della tempesta al centro di Life is Strange, prima quindi del ritorno ad Arcadia Bay di Max. Viene di conseguenza a mancare l'elemento sovrannaturale, tanto più che la scelta di Deck Nine è quella di mettere il giocatore nei panni di Chole Price, partner in crime di Max in quello che ormai è il capostipite di un franchise di successo e ribelle ragazza ordinaria. A spalleggiarla, quella che nel corso dell'esperienza diventerà la sua nuova migliore amica (in luogo, appunto, di Max) e attorno alla quale graviteranno gli eventi del primo capitolo: Rachel Amber. Raccontare altro della trama sarebbe di fatto tagliare l'unico flebile filo che tiene insieme la produzione. Ma comunque non c'è molto altro da dire: Before the Storm cerca di fungere da riempitivo andando a raccontare come Chloe e Amber siano diventate amiche (conoscenza che comunque rimane ininfluente ai fini di Life is Strange) e ripropone qualcuno dei personaggi già visti nel primo capitolo, tenendoli in massima parte confinati sullo sfondo e con anche una defezione illustre che fa una sorta di cameo solo nel finale. Bene o male gli eventi sono quindi scollegati da quelli del sequel: si, il punto di vista di Chloe permette di affrontare da un'altra angolazione alcuni dei motivi che l'hanno spinta a diventare quella ragazza che si incontra nel bagno all'inizio di Life is Strange, ma la sensazione è che si tratti più che altro di sprazzi inseriti su disco per cercare di far empatizzare con la ragazza, più che perché funzionali al racconto.
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domenica 12 maggio 2019
Just Cause 3 XL
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/12/2018 Qui - Ho aspettato il Black Friday per acquistare, poiché quasi a secco di titoli, un po' di giochi nuovi, ma purtroppo non ho trovato nessuna strabiliante offerta ed ho dovuto per il momento rinunciare. Per il momento perché il periodo natalizio sta per arrivare e quasi certamente grandi sconti fioccheranno. Ma nel frattempo che ciò accada, ho giocato (anche se in verità è già da un mese e mezzo che ci gioco) ad un titolo che avevo già in libreria, acquistato precedentemente ad un prezzo vantaggioso. Un gioco che aspettavo da tempo, poiché il capitolo precedente a questo di cui oggi vi parlerò, è stato uno dei giochi a cui ho dedicato più tempo negli ultimi anni, per cui non vedevo l'ora di giocarci. E così che finalmente grazie a Steam ho potuto acquistare e giocare, e nella versione ultima e completa, appunto denominata come da titolo XL, versione che comprendendo alcuni DLC ne aumentano ancor di più l'esperienza (già elevata) di gioco (così tanto che il titolo acquisisce mezzo voto in più, perché pur usando gli stessi elementi della versione base, le nuove missioni, più difficili ed incredibili, e tanto altro, convincono ed entusiasmano), a Just Cause 3. Già, per chi lo conosce, uno dei giochi più folli, longevi e distruttivi di sempre. Uno dei free roaming, open world o sandbox che dir si voglia (ci sono infatti elementi dei tre "generi" simili ma comunque diversi in questo titolo), più vasti e in cui cazzeggiare e distruggere viene naturale, anzi, se c'è una cosa in cui Just Cause 3 eccelle (anche se i difetti ci sono comunque) è il "giocazzeggio", e dopotutto non potrebbe non essere altrimenti. Infatti chi approccia Just Cause 3 con l'idea di avere a portata di mano un gioco di cui approfittare di tanto in tanto per farci un giro e divertirsi per due o tre ore di fila a scatenare tutta la distruzione che il prodotto consente, fa la cosa giusta. Difatti da questo punto di vista, il nuovo capitolo delle avventure di Rico Rodriguez è fenomenale. Il punto, però, è che Just Cause 3 viene a mancare in elementi che ormai siamo abituati ad apprezzare anche in giochi fortemente open world o free roaming. Giochi capaci di offrire grande libertà al giocatore, ma senza tralasciare il fascino di una bella trama da seguire, o di un'ambientazione curata in modo convincente. Componenti che in Just Cause 3 latitano pesantemente, anche se con le dovute precisazioni.
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The Awesome Adventures of Captain Spirit
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/10/2018 Qui - Quando tre anni fa i Dontnod pubblicarono per la prima volta Life is Strange, la loro avventura grafica ad episodi con protagoniste due teenager, non immaginavano quale sarebbe stata la portata di questo prodotto (è praticamente un capolavoro). Non immaginavano nemmeno il trionfo che sarebbe arrivato, così inaspettato che sull'onda dell'entusiasmo (ricevuto) hanno poi proposto (ricompensando il pubblico) una mini stagione prequel, Life is Strange: Before the Storm (che ancora mi manca), e infine hanno annunciato (nel 2017) il sequel Life is Strange 2. Tuttavia abbastanza inaspettatamente ecco arrivare (dopo una sorprendente rivelazione all'ultimo E3), e in forma completamente gratuita (su tutte le piattaforme), lo spin-off, più un'antipasto alla seconda stagione del franchise, intitolato The Awesome Adventures of Captain Spirit, una storia dalle dimensioni ridotte (ma intensa) che, sebbene non sia ambientata ad Arcadia Bay (la città teatro delle vicende dei due precedenti giochi) si inserisce nel medesimo universo. E quindi senza pensarci l'ho scaricato e ci ho giocato e ne sono piacevolmente affascinato, anche perché quella raccontata dagli sviluppatori è una storia qualsiasi ma che diventa unica perché pur nella sua immediatezza, semplicità e brevità, ci pone di fronte a frammenti di vita quotidiana ma al tempo stesso personale. La storia parla di Chris, un ragazzino dall'immaginazione molto fervida, che vive con il papà Charles. Capiamo fin da subito che la mamma è venuta a mancare da poco e che la convivenza fra i due non è semplice, sebbene si vogliano molto bene. Il gioco ci fa impersonare Chris in una sua giornata tipo: abbiamo una lista di cose da fare disegnata su un foglio di carta che contiene le attività tipiche di un ragazzino. La prima avventura si svolge di sabato mattina e apprendiamo che Natale è vicino, Chris vorrebbe uscire con il padre per comprare un albero di Natale, ma in tv c'è un importante match di Basket e quindi tutti gli impegni vengono rimandati al termine della partita. È in questa occasione che intuiamo i problemi di alcolismo dell'uomo e anche che tende a diventare violento dopo aver bevuto. L'obiettivo del gioco diventa quindi svolgere (in un'ambientazione ristretta ma "espandibile") le piccole azioni (missioni tutte frutto della fantasia di Chris che però, così, riesce a superare anche alcune sue paure ed a combattere la noia) sulla lista di cose da fare di Chris (tra easter egg e missioni "pericolose" da vincere) che ci permettono di scoprire maggiori dettagli della trama. Una trama che permette al protagonista e spettatore di divertirsi, riflettere e spaventarsi, non mancano infatti i momenti di tensione (come quelli esplorativi).
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Deus Ex: Mankind Divided
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/05/2018 Qui - Dopo l'ottimo Human Revolution (pessimo invece fu il suo spin-off The Fall), era lecito aspettarsi che Eidos Montreal avrebbe innalzato Mankind Divided (sesto ed ultimo forse capitolo della saga Deus Ex), partendo proprio dalle solidissime basi gettate dal suo predecessore (di cui questo è il sequel diretto). E in effetti, non solo tutti gli aspetti migliori della produzione sono ancora lì, ad incastrarsi perfettamente l'uno con l'altro, ma gli spigoli del vecchio capitolo (pochi a dir la verità) sono stati smussati per trarre il meglio da questa prima incarnazione del franchise sull'attuale generazione. Il background, l'aspetto esplorativo e la meravigliosa contestualizzazione delle ambientazioni sono infatti tutti elementi che risultano più che mai efficaci nel trascinarci in un mondo vivo e credibile. Dopotutto i quattro anni intercorsi tra Human Revolution e questo Deus Ex: Mankind Divided hanno permesso ai produttori, di lavorare alacremente di ottimizzazione e rifinitura, presentandoci, a tutti gli effetti, una versione 2.0 di Human Revolution, arricchita e trasportata all'ennesima potenza, riuscendo nell'impresa di regalarci nuovamente una delle esperienze videoludiche migliori degli ultimi anni. Una trama degna di un kolossal hollywoodiano, piena di risvolti umani, sociali e di spunti di riflessione sul mondo in cui viviamo, ci condurrà attraverso le oltre venticinque ore di gioco necessarie per completare debitamente Mankind Divided (che i fan del genere cyberpunk non si saranno fatti certo scappare, anche se ho aspettato di comprare da Steam la versione completa) trama che, unita ad una giocabilità e ad una libertà di azione fuori dal comune, ci consegna un gioco praticamente e graficamente appagante. Tuttavia oltre a una trama davvero accattivante, Deus Ex: Mankind Divided nasconde un gameplay in grado di unire diversi generi in un'avventura più stealth che action. Ma ecco in ogni caso quali sono i punti di forza, e quelli deboli (perché seppur pochi ci sono comunque), della nuova fatica di Square Enix.
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Life is Strange (Ep.2-5)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/07/2017 Qui - E' notizia di pochi giorni fa che la Square Enix abbia finalmente prodotto il tanto atteso sequel, anche se in verità è una miniserie prequel in tre episodi, di uno dei videogiochi, di una delle avventure più incredibili e straordinari non solo degli ultimi anni, ma forse di sempre, ovvero Life is Strange, di cui avevo già parlato in occasione del primo episodio, scaricato e offerto gratuitamente dalla piattaforma di Steam. Ed ora dopo parecchi mesi che ho finalmente acquistato l'intera collezione di episodi (5 in totale), ed ora che mai come adesso, mai dopo aver completato l'intera avventura di Dontnod, non posso che essere contento di averci giocato, dato che questo bellissimo videogioco, soprattutto questo primo, intero capitolo di episodi, è qualcosa di davvero eccezionale. Niente in confronto del comunque ottimo primo capitolo, anche se mai come in questa occasione, rileggere e rimarcare soprattutto più pregi che difetti che già avevo descritto di quel suddetto episodio (Chrysalis) è un esercizio che dovrebbe essere fatto, giacché quello che succederà dopo, sarà ancora più straordinario, ci sarà infatti, andando avanti, sempre più coinvolgimento, più tensione, più tutto. Difatti nei 4 capitoli successivi, che hanno comunque un ritmo migliore rispetto al primo, poiché tendono ovviamente a presentare (più in profondità e meglio) i personaggi principali di Arcadia Bay, che non sono pochi, aumenteranno di gran lunga i problemi da affrontare durante l'avventura, problemi sia di natura puramente videoludica che altro.
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Deus Ex: Human Revolution Director's Cut
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/10/2016 Qui - Ho giocato la Director's Cut di uno dei giochi più famosi nel genere Gdr Action, Deus Ex, tornato in auge con il quinto capitolo, uscito quest'anno. Questa volta comunque tutto è stato legalmente acquistato, tutta la saga completa (di 4 capitoli), da Steam. Anche se i primi due capitoli datati più di 10 anni fa, c'ho giocato poco e velocemente, troppo antiquati (anche se straordinari, dato che ebbero molto successo all'epoca), soprattutto nella grafica, al contrario di questo terzo, chiamato Human Revolution, graficamente eccezionale e molto più umano, sia nell'aspetto, sembrano davvero veri, sia nella narrazione. Comunque devo giocare anche al quarto prossimamente (The Fall) e spero non deluda le aspettative aumentate dopo il terzo. Un gioco che dopo i primi due capitoli, e dopo parecchi anni dal terzo, e il tempo trascorso senza novità rilevanti, ha inevitabilmente perso un po' di quell'appeal che l'aveva elevato come uno dei migliori giochi del 2011. Ma senza ombra di dubbio, Deus Ex: Human Revolution Director's Cut rappresenta il modo migliore e più completo di affrontare l'avvincente epopea di Adam Jensen, una valutazione resa evidente dai contenuti aggiuntivi, dalle limature al gameplay e dalle funzionalità quasi sempre interessanti. Deus Ex Human Revolution ed Eidos Montreal infatti non tradiscono, soprattutto i fan, il titolo è difatti in perfetta simbiosi con i primi due capitoli, e la sceneggiatura è all'altezza. Attraverso un buon protagonista e un contesto politico-sociale ben delineato e di tutto rispetto, il titolo riesce a rievocare l'atmosfera cyberpunk e di repressione che ha reso famosa la serie, anche grazie a storie parallele ed eventi vincenti. Giocabilità profondissima e che lascia spazio a diverse interpretazioni circa l'approccio all'area di gioco completano il quadro dei ragazzi di Eidos, poiché comunque si scelga tra l'atteggiamento stealth o action, il gioco riesce a supportare egregiamente il videogiocatore tramite vari espedienti, e anche chi ha intenzione di spulciare per bene ogni location avrà il suo bel da fare. Un'ottima implementazione dell'approccio sociale e il sistema di upgrade mirato poi, fanno di Adam Jensen un personaggio praticamente unico di tutto il panorama videoludico. In ogni caso mi aspettavo qualcosa in più, soprattutto dal punto di vista tecnico (comunque all'avanguardia e notevole), le location non deludono in quanto a level design e dettagli ambientali, ma una maggior cura nelle cinematics, nell'illuminazione artificiale e un mirato sfruttamento delle DirectX 11 avrebbe di gran lunga aumentato la qualità generale del titolo sotto l'aspetto puramente estetico. Conclude il quadro assolutamente positivo il comparto audio, dotato di un ottimo doppiaggio italiano e di una corposa quanto azzeccata soundtrack.
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Life is Strange (Ep.1)
Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/10/2016 Qui - Gratuitamente tramite Steam invece, la piattaforma ha regalato il primo episodio (di 5) di un gioco di cui avevo messo gli occhi, di cui il buon Frank R di Combinazione casuale (di tutti i 5 episodi completi però) ne aveva parlato benissimo e infatti Life is Strange è uno dei videogiochi più affascinanti del momento. Il primo capitolo di Life is Strange, Chrysalis, è difatti una sorpresa straordinariamente positiva che mi fa bramare per giocare gli altri capitoli, anche se aspetterò l'offerta giusta. Perché questo gioco è veramente spettacolare. Ci sono giochi che ci fanno capire quanto il videogame sia uno straordinario strumento per raccontare delle storie. Giochi che riescono a immergerti in un mondo, a fartelo vivere e sentire, e a creare un legame speciale con i personaggi che vivono al suo interno. Life is Strange, titolo nato dalla mente dei Dontnod, è uno di questi, un gioco che conquista sin dalle sue prime immagini e che coinvolge in un crescendo emotivo lasciandoci una splendida sensazione. La vicenda si svolge in una cittadina del nord ovest degli Stati Uniti chiamata Arcadia, dove la diciannovenne Max è tornata dopo anni di assenza. La ragazza ha speso l'infanzia nella cittadina, per poi spostarsi a Seattle per alcuni anni. Il suo ritorno coincide con l'inizio di un corso di fotografia presso la scuola superiore locale, Max ha talento e passione, ma è troppo svogliata e distratta per dedicarsi alla teoria. Durante un giorno a scuola, dopo un terribile incubo in cui la città di Arcadia viene distrutta da un tornado, Max si ritrova suo malgrado testimone dell'omicidio della sua amica di infanzia, Chloe. Nel momento in cui la ragazza cade a terra colpita da una pallottola, Max si accorge di avere il dono di riavvolgere il tempo e, di conseguenza, di cambiare il futuro. In Life is Strange infatti, ogni azione ha le proprie ripercussioni sul mondo del gioco, e le scelte compiute dalla protagonista nelle fasi di dialogo e negli avvenimenti più importanti della vicenda possono stravolgerne l'esito. Piccole cose, come la rimozione di una scritta da una lavagna o un semplice atto di gentilezza o negligenza plasmano il continuum spazio temporale, dando luogo a risultati spesso imprevedibili, o addirittura sospesi e indecifrabili nell'immediato, e grazie al potere di Max vi è sempre la possibilità di riavvolgere il tempo e ritornare sui propri passi. Come nella metafora dell'effetto farfalla, un'azione apparentemente innocua può portare a grandi conseguenze, che né il giocatore né la protagonista possono comprendere. Il poter riavvolgere il tempo apre ovviamente anche a paradossi temporali, con Max che si troverà ad affrontare più problemi di quanti ne abbia risolti tornando indietro, in un caos di realtà temporali.
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