sabato 5 giugno 2021

Outlast

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 05/06/2021 Qui - L'opera di una mente deviata, che tuttavia conosce bene quali simboli e immagini mettere in scena (di tutto e di più), l'anello di congiunzione tra l'escape horror e il survival horror, questo è Outlast, sviluppato e pubblicato da Red Barrels, che non smentisce la sua fama, indubbiamente tra i migliori. Ciò che permette a quest'opera di elevarsi risiede: in alcune scelte stilistiche, in un comparto sonoro di qualità, e nell'ottima atmosfera di un manicomio pregno di orrori. Interpretiamo un giornalista d'assalto che ha la brillante idea di visitare (da solo) un istituto psichiatrico apparentemente in disuso, in cui all'interno tuttavia, e recentemente, qualcosa sembrerebbe essere accaduto. E quando il peggio sembra essere ormai messo a nudo ecco che Miles realizza che le cose sono ancora peggiori di quanto avesse immaginato. Diversamente dagli action-horror dove il protagonista può contare sulle armi, qui l'unica possibilità è rappresentata dalla fuga come in Amnesia: The Dark Descent. Il senso di invulnerabilità e d'impotenza è lapalissiano: non ci sono veri e propri combattimenti da espletare, ma una volta scoperti dal nemico potremo solo trovare un nascondiglio, correndo a gambe levate (vietato volgersi, davvero è meglio di no). Outlast è un'esperienza viscerale che non lascia scampo. Trovare un luogo in cui celarsi è fondamentale, anche per ripristinare la salute. La videocamera permette: la visione notturna tramite gli infrarossi, l'individuazione delle minacce più gravi in lontananza (grazie all'uso dello zoom), e la cattura degli indizi più importanti (come le scritte sui muri). Ma l'energia dello strumento non è illimitata, le batterie da ricercare, altrimenti sono guai. Le meccaniche peccano sì di scarsa varietà e l'incedere è molto lineare, però ben strutturato è il tutto. La longevità è variabile, dipende chiaramente dal livello di difficoltà scelto, l'avventura base si aggira in media dalle 3 alle 5 ore, annessi un altro paio d'ore in più per l'ottimo DLC. Whistleblower si materializza sia come un'ulteriore storia parallela che come prequel alle vicissitudini di Miles. Le meccaniche sono le medesime, anche se la violenza perpetrata a schermo è ancora più efficace e viscerale. Outlast tecnicamente non impressiona, ma la tensione resta alta, grazie soprattutto all'ottima effettistica (urla, sospiri, rumori da far accapponare la pelle). Outlast è insomma un signor gioco, una produzione indie, lo si deduce dalla carente sostanza tecnica ma le idee sono buone, anche se sono poche quelle davvero originali. L'atmosfera invece è resa benissimo e in questo tipo di esperienze gioca un ruolo fondamentale. Per avere un quadro dei fatti più completo meglio avere anche il DLC. Preferibilmente astenersi tuttavia, a ciò ed a tutto, se si è deboli di cuore. Alcuni Jumpscare sono in grado infatti di farci saltare letteralmente dalla sedia. Ma se proprio siamo audaci (e un po' masochisti) allora puntare a un'esperienza totale con bassa illuminazione e cuffie. Se sopravviviamo a questo, allora non dobbiamo temere più nulla, o quasi, c'è un secondo capitolo. Voto: 7,5

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