giovedì 11 maggio 2023

Shadow of the Tomb Raider

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/05/2023 Qui - Terzo e forse conclusivo capitolo della saga reboot su Lara Croft, e questa volta dovremo salvare addirittura il mondo. Ma semplicemente però, un capitolo (come la sua trama) senza infamia né lode, incapace a rendersi indimenticabile. Shadow of the Tomb Raider chiude infatti la trilogia iniziata da Crystal Dynamics nel 2013, ma non lo fa col "botto", con quello stile, quella "potenza" che ci si aspettava. Intendiamoci, il gioco nell'insieme è bello, e struttura e meccaniche sono a grandi linee quelle dei capitoli precedenti, dunque capaci di offrire  un'esperienza di gioco divertente e appagante. Ma forse proprio in questo suo essere "uguale" ai capitoli che lo hanno preceduto (Rise of the Tomb Raider), scenari a parte, sta anche il suo limite: senza spunti particolari, idee, novità. Proprio per questo, e per i problemi legati alla mancanza di fluidità in certi frangenti, lo ritengo valido ma un gradino sotto ai precedenti. Uscito difatti dall'esperienza di Shadow of the Tomb Raider convinto, ma con qualche perplessità. Non nascondo una certa delusione relativa ai risvolti narrativi del gioco, su cui Eidos Montreal avrebbe potuto lavorare decisamente meglio per concludere in modo più intrigante questa trilogia, ma nel complesso il capitolo finale risulta comunque appagante. Grazie ad una serie di novità introdotte nel gameplay, che ben si sposano con la formula oramai consolidata dei precedenti episodi, la nuova (e ultima, quanto meno per il momento) avventura con protagonista Lara Croft è buona, ma non stellare, efficace, e non rivoluzionaria al 100%. La sensazione è che Eidos non abbia voluto allontanarsi troppo dalle solide esperienze costruite da Crystal Dynamics precedentemente, preferendo la strada sicura già intrapresa anziché sperimentarne una più innovativa e anche un po' più rischiosa. Al netto delle poche critiche (anche se non mancano i difetti, che sono tanti) e dei tempi di caricamento un po' tediosi, Shadow of the Tomb Raider lascia positivi ed ora non vedo l'ora di scoprire se la cacciatrice di tombe più amata della storia dei videogiochi tornerà presto ad emozionare (sono passati anni ed ancora non si sa), sperando che a livello narrativo si inventino qualcosa di meglio. Voto: 6,5

The Evil Within 2

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/05/2023 Qui - In questo caso è doveroso e d'obbligo una premessa, non ho giocato al primo capitolo, che peraltro mi è parso di vedere venire omaggiato in questa seconda avventura con protagonista il detective Castellanos, e di cui questo secondo capitolo è appunto la continuazione (tre anni dopo gli eventi del Beacon Mental Hospital), ma ciò non mi ha impedito di apprezzarlo ugualmente. Non c'è bisogno di aver fatto il primo TEW per gustarselo infatti, io ho fatto solo questo e devo dire che mi è piaciuto molto, tanto che vorrei fare anche il precedente, ma se e/o quando ci sarà occasione. The Evil Within 2 si lascia giocare e, al di là dell'intelligenza artificiale un pochino ballerina, si caratterizza per un gameplay convincente. E, soprattutto, in certi momenti fa paura, eccome se lo fa. Atmosfere oniriche, che sono, secondo me, il punto di forza del gioco, sistema di shooting non male, con una buona varietà di armi, qualche difetto tipo compenetrazioni, sistema di agguato dalle coperture che non sempre funziona e in linea di massima lascia poca libertà di movimento, però nel complesso ribadisco che è stata una bella esperienza di gioco, mi è piaciuto anche il finale, che lascia un sospeso su un eventuale terzo capitolo. Un finale di una storia che ho trovato interessante sin dall'inizio, seppur il tutto non va molto oltre il classico canovaccio del senso di colpa di un genitore che ha trascurato la famiglia, raccontato alla classica maniera dei videogiochi in cui il giocatore è costretto a percorrere una strada che qualcuno ha già predisposto per lui, ma andando avanti ci sono tanti boss differenti tra loro quindi il gioco non annoia mai. Tecnicamente parlando il gioco, di Tango Softworks e Bethesda Software, un videogioco survival horror in terza persona con elementi da sparatutto in terza persona, è realizzato discretamente, senza acuti né cadute di stile, ma con alcuni compromessi visivi sì. Alla fine un gran bel gioco, che bisogna sottolineare fa paura solo in certi determinati frangenti, un gioco, sul quale, a dirla tutta, non avevo aspettative, invece bello. Voto: 7+

Cris Tales

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 11/05/2023 Qui - Per essere stato il mio primo approccio agli JRPG, non male è stato, anzi, giocarci. I combattimenti a turni infatti non mi sono mai piaciuti, ma vuoi per tante cose che ora elencherò, ho apprezzato e mi sono goduto l'esperienza. Cris Tales è un titolo difatti che nasce dalla passione di un team indipendente per un genere, quello dei JRPG, che ha segnato l'infanzia di molti videogiocatori, ma non la mia. Un titolo non particolarissimo, ma che sa farsi apprezzare per le sue meccaniche. La storia è un po' sfilacciata, specialmente nelle battute iniziali, ma resta meccanicamente solido ed interessante. A catturare subito l'attenzione la grafica sorprendente (è interamente disegnato a mano) e l'insolito design del gameplay, incentrato su passato, presente e futuro. Personalmente ho infatti gradito lo stile artistico e visivo (seppur in parte troppo "femminile"), così come la colonna sonora, seppure quest'ultima pecchi per quantità di tracce e per spessore delle stesse. E per quanto riguarda la principale meccanica di questo gioco a turni, consistente appunto nella manipolazione del tempo (ad opera della protagonista che può spostare a piacimento nel passato o nel futuro la rana Mattias per risolvere le quest e proseguire nella storia), i viaggi nel tempo perenni e concatenati sono una delle idee più geniali del panorama videoludico moderno. Ma non è tutto oro che luccica, la narrazione non è impeccabile e l'approfondimento dei personaggi è per certi aspetti lacunoso, ma la trama risulta comunque godibile. Cris Tales è principalmente diviso tra due stili di gioco: esplorare e chiacchierare con vari NPC e combattere. Le chiacchiere sono anche troppe, e l'esplorazione lascia molto a desiderare. Sul combattimento ci sarebbe molto da dire, fortunatamente è abbastanza intuitivo, ma sfortunatamente non facilissimo. Il problema è che il combattimento è brutale e c'è una strana meccanica basata sul tempismo che, se non utilizzata correttamente, rende praticamente impossibile vincere qualsiasi cosa. Può essere infatti un po' frustrante da eseguire con tempismo nel modo corretto, ma il problema principale è che il combattimento è piuttosto selvaggio, e il fatto che i nemici non abbiano barre della salute non aiuta, alcuni combattimenti poi (uno in particolar modo a metà storia) sono sfibranti. Cris Tales è davvero un gioco che, per me, non brilla sempre. Ci sono parti che ho adorato e parti che ho odiato, dando adito ad un'esperienza conflittuale. Con alcune lievi modifiche (in molti settori), che potevano rendere il combattimento meno punitivo ed estenuante, Cris Tales poteva essere qualcosa di genuinamente fantastico, difficile vederlo invece come qualcosa di più di un'esibizione di sequenze ipnotizzanti che raccontano una storia insolita ma unica, trascinata da vuoti world design e combattimenti spesso frustranti. Tuttavia mi sono davvero divertito, essendo poi stata la prima volta, e comunque si vede chiaramente che è stato fatto con amore e mi sento quindi di consigliarlo agli appassionati di giochi di ruolo di questo tipo. Voto: 7

venerdì 17 marzo 2023

World War Z

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/03/2023 Qui - Un gioco di poche parole, si sceglie quale episodio si vuole affrontare, a scelta tra sette località (anche se tre aggiunte successivamente grazie alla GOTY), ognuno dei quali vanta tre (o quattro) scenari e quattro personaggi differenti, la missione è uccidere zombi e salvare la pelle. World War Z si ispira all'omonima pellicola con Brad Pitt e si pone come l'ennesima reinterpretazione della formula à la Left 4 Dead. Quest'ultimo che resta il miglior gioco del suo genere, che all'epoca adoravo, e continuo, ad adorare. Devo dire che l'avevo sottovalutato, di giochi di zombie ne ho provati parecchi, e capita spesso che si assomiglino un po' tutti, però non è male. Perché World War Z non è di certo il miglior sparatutto cooperativo di sempre a tema zombie, ma riesce discretamente nel suo intento di divertire senza badare troppo alla forma. L'esperienza cooperativa messa in piedi dagli sviluppatori vede in un gameplay efficace e un sistema di progressione interessante i suoi punti di forza, unitamente a un sistema di progressione che spinge a rigiocare i pochi episodi messi a disposizione o a gettarsi ogni tanto in qualche match multiplayer. A renderlo un buon prodotto e nulla più troviamo come sempre alcuni limiti tipici di queste produzioni, grafica con più bassi che alti e una qualità narrativa qui sotto la sufficienza. Inoltre, purtroppo il gioco non è troppo longevo, si finisce bene o male in 6-7 ore, ma forse è meglio così, almeno in certi casi come questo. Perché certo, World War Z non offrirà forse l'ambientazione più emozionante sul tema, ma il nocciolo della trama unita alla parte migliore del film (ovvero le piramidi di zombi) portano questa esperienza videoludica cooperativa a essere fra le più coinvolgenti (a cui ho giocato) degli ultimi anni, da quando Valve ha deciso di non sfruttare più il franchise Left 4 Dead, fermo al capitolo secondo. Meglio del film questo bel giochino. Voto: 6+

Relicta

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/03/2023 Qui - Un titolo che viaggia tra alti e bassi, o per restare in tema, picchi positivi e negativi. Un puzzle game fantascientifico in prima persona (ispirato a Q.U.B.E. e Portal e simile ad altri) interessante ma non perfetto, che riesce a fare buon uso della fisica e di veicolarla con successo all'interno di meccaniche riuscite e divertenti, con enigmi ambientali sempre più difficili e complessi man mano che ci si avvicina alla conclusione. Purtroppo ci sono vari punti dolenti che non vanno di certo ad intaccare la godibilità del gameplay ma che, se trattati con maggiore cura, avrebbero esaltato molto di più tutto il lavoro. Una trama interessante, quantomeno sulla carta, che sfortunatamente perde di mordente con il passare delle ore, risultando al tempo stesso totalmente slegata dalle fasi di gameplay vero e proprio. Questa scollatura c'è, è importante, e pesa tantissimo nell'economia finale del gioco il quale resta godibile per grafica e trama ma diventa troppo ripetitivo lì dove dovrebbe invece distinguersi. Va però segnalata la longevità sorprendente, che si attesta sulle 15-20 ore circa, valore non da poco per un titolo del genere e le ambientazioni, davvero ben realizzate, pur con qualche caduta di stile, come la base lunare stessa, e soprattutto totalmente ininfluenti ai fini del gameplay. Tirando le somme, sì, Relicta è indubbiamente un titolo che se si è amanti del genere bisogna giocare (a patto di riuscire a sopportare la frustrazione di certi momenti). Non è assolutamente un gioco rivoluzionario ma riesce in modo intelligente ad emergere (seppur minimamente) dall'oceano di puzzle game. Voto: 6,5

Far Cry 4

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/03/2023 Qui - Buon titolo tutto sommato, riprende le radici del suo predecessore presentando la stessa formula di gioco con qualche piccola aggiunta per migliorare il migliorabile, ma certamente le sensazioni di dejà vù per tutta la durata del gioco sono molte, ciò non vuol dire che sia un brutto gioco ma comunque la poca innovazione delle meccaniche del 3 si nota. La trama ci vede impersonare Ajay Ghale tornato nella sua terra natale per motivi personali, di fronte avremo il nuovo cattivo di turno tale Pagan Min che sarà l'antagonista principale per tutta la campagna, apprezzabile la scelta degli sviluppatori di inserire scelte e conseguenze con finali multipli, nel complesso è una trama abbastanza sottotono. Dal punto di vista del gameplay da Far Cry 3 è cambiato praticamente niente, gli sviluppatori hanno voluto andare sul sicuro, rimane comunque uno sparatutto molto divertente con tante possibilità di approcci, un arsenale enorme e persino la possibilità di giocare la campagna in coop con un amico. Tecnicamente è davvero ben fatto, le lande del Kyrat mostrano panorami mozzafiato, specialmente nelle location innevate fatte veramente bene, ma in generale il colpo d'occhio è di tutto rispetto, grande lavoro svolto sulla fauna presente nel mondo di gioco variegata e senza scrupoli, davvero niente male. Nel complesso giudico FC4 un buon titolo, non mi ha sorpreso come mi sorprese il 3 ma comunque resta uno sparatutto valido dal punto di vista del gameplay e pieno (parecchio pieno) di cose da fare. Ha infatti una grande mappa interamente esplorabile, un sacco di missioni secondarie (che alla lunga risultano però troppo ripetitive) e una valanga di collezionabili (quest'ultimi in verità inutili). E in tal senso e tuttavia, ho preferito fare l'indispensabile (le missioni più divertenti sono la conquista degli avamposti, quella delle torri, e la caccia per aumentare le varie caratteristiche), tanto che a sorpresa (e stranamente) mi sono ritrovato a concludere il tutto con il 30% di avanzamento. Mi aspettavo di più, ma va bene così, anche perché gratis vale tutto. Voto: 7

giovedì 22 dicembre 2022

La mia personale classifica del 2022

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 22/12/2021 Qui - In verità ne avrei voluti (o potuti) giocare a molti più titoli, ma vista la longevità di alcuni di quelli giocati quest'anno impossibile era fare di più, tuttavia raggiunto un numero di titoli (21) ben sufficienti e soddisfacenti. Infatti, pensando che solo uno di tutti questi ho acquistato e che nessuno si è rilevato insufficiente in tutti i sensi, meglio di così non poteva andare. Nel complesso un anno videoludico ancor più che discreto dello scorso (anno 2021 Qui). Tra avventure grafiche, RPG, action e sparatutto, ed anche alcuni platform, tante ore di divertimento, intrattenimento e coinvolgimento, racchiuse in questa classifica finale di tutto rispetto (cliccando sull'immagine del gioco potrete leggerne la recensione completa).

21. Carino e simpatico senza essere tuttavia entusiasmante, il tipico humour british c'è e si vede, un'avventura semplice che nonostante tutto fila che è un piacere. (6)
20. DICE non ha imparato dagli errori commessi con Battlefield 1, se tecnicamente un miglioramento decisamente si vede, qualitativamente e quantitativamente non tanto. (6)
19. Sebbene non si registrino mai picchi di gameplay particolarmente freschi o interessanti, né momenti ostici (il titolo si completa in scioltezza in circa 4 ore), Never Alone si lascia giocare dall'inizio alla fine in virtù del proprio carisma. (6+)
18. A conti fatti bello ma non bellissimo, l'operazione commerciale di rimasterizzazione riuscita a metà. (6,5)