mercoledì 15 maggio 2019

Deponia: The Complete Journey

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 07/10/2016 Qui - Quello delle avventure grafiche è un genere di indubbia importanza all'interno della storia dei videogames. Nato dalle avventure testuali, il genere ha conosciuto il suo periodo di massimo splendore negli anni novanta, titoli come Monkey Island (a cui ho giocato), anche se è innegabile che le avventure grafiche siano cambiate nel tempo. Se lo abbiano fatto in meglio o in peggio, questo sta solo ai personali gusti di ogni individuo, tuttavia sono in molti a rimpiangere quel glorioso passato. Intere generazioni di videogiocatori sono cresciuti con i punta e clicca, i quali andavano a costituire una sorta di battesimo videoludico. Oggi le avventure grafiche di stampo tradizionale sono decisamente poche, soprattutto se paragonate a quelle più moderne. Tuttavia esistono ancora e alcune di esse sono delle vere e proprie perle, capaci di rivaleggiare con i fasti del passato. Se precedentemente Runaway, Hollywood Monsters 1 & 2 e Syberia hanno rappresentato (tutti ovviamente giocati) un ottimo intrattenimento, ora grazie alla trilogia di Deponia (scaricata illegalmente, sì lo so non si dovrebbe ma non importa), realizzata dai Daedalic Entertainment, la storia si ripete, perché finalmente dopo moltissimo tempo siamo difronte ad un piccolo capolavoro, la cui lucentezza è più unica che rara. Anche se quello di Deponia non è esattamente un bel mondo dove vivere. Il pianeta ha quasi oltrepassato il confine dell'inabitabilità, essendo completamente inquinato. Le città non sono altro che enormi cumuli di rifiuti, mentre la flora è quasi del tutto sparita. Nonostante ciò gli abitanti di Deponia sono riusciti a trovare un modo per sopravvivere, utilizzando quella spazzatura, apparentemente inutile, come sostentamento principale per le proprie vite. Tra di essi però c'è qualcuno che rifiuta la monotona decadenza, rivolgendo i propri sogni verso l'alto. Nel cielo infatti è ben visibile Elysium, la terra promessa, in cui si dice abbondino prosperità e ricchezza. Rufus ha ormai compiuto da tempo l'irremovibile scelta di lasciarsi alle spalle il suo mondo spazzatura, arrivando così a compiere tutto ciò che è necessario per raggiungere quella terra delle meraviglie, tanto vicina quanto distante. Deponia: The Complete Journey ci conduce a vivere un'avventura tanto incredibile quanto atipica. Ritrovandoci ad affrontare le situazioni più assurde, in un mondo distrutto, impersonando uno dei personaggi più eccentrici del panorama videoludico. Rufus può essere definito più che appropriatamente come l'eroe degli antieroi.
Parliamo di un personaggio talmente egoista, testardo, scontroso, irragionevole, superbo, superficiale, insensibile, approfittatore, meschino (e la lista sarebbe ancora parecchio lunga) da essere il più insopportabile dei protagonisti, ma allo stesso tempo il più divertente. Per raggiungere i suoi scopi Rufus sarebbe capace di qualunque cosa, ma il suo comportamento non deriva dalla mera volontà di oltrepassare i limiti del senso comune, quanto piuttosto dall'inconsapevolezza totale della moralità. Rufus è fermamente convinto che le sue azioni e le sue attitudini siano quanto di più corretto e naturale ci possa essere, pertanto dubbi o ripensamenti non arrivano mai a sfiorare la sua coscienza. Nonostante questo le avventure che Rufus si troverà ad affrontare lo faranno maturare, ma senza mai modificare veramente la sua identità, mantenendosi coerente fino alla fine. E' un personaggio a cui difficilmente non vi affezionerete, arrivando perfino ad instaurare un legame empatico con lui. Il resto delle personalità che incontreremo a Deponia brillano proprio grazie a lui. Il tutto viene condito con una enorme dose di umorismo, tramite il paradossale, la commedia degli equivoci e persino lo humor nero. Sono molte le situazioni in cui un limite viene oltrepassato, in cui ci si rende conto dell'esagerazione degli sviluppatori nel trattare tematiche indubbiamente delicate. Questo potrebbe aver suscitato immancabilmente le proteste e le ire di molti, tuttavia mettendo da parte discorsi sulla moralità, tutto risulta perfettamente plausibile e giustificato in una realtà distorta come quella di Deponia, dove la parola limite non dovrebbe neanche esistere. Un ottimo videogioco per definirsi tale dovrebbe avere anche un ottimo gameplay, e in questo la trilogia di Deponia si mantiene sugli stessi standard qualitativi che contraddistinguono la sua narrazione. Stiamo parlando di un punta e clicca in 2D di stampo squisitamente tradizionale. Avremo quindi a che fare con innumerevoli puzzle ed enigmi ambientali, la cui risoluzione è spesso affidata all'uso dei tantissimi oggetti (che si possono anche combinare) sparsi per gli scenari. Come da tradizione per il genere non mancheranno le situazioni in cui un determinato oggetto viene utilizzato in una maniera del tutto diversa a quella che di solito ci si aspetta, suscitando spesso e volentieri lo sconcerto e l'ilarità del giocatore.
Ma il vero punto di forza dell'esperienza interattiva offerta dalla trilogia di Deponia sta indubbiamente nella varietà. Ad un numero spropositato di enigmi si aggiungono infatti un numero altrettanto elevato di minigiochi, i quali offrono attività ben diversificate rispetto alla norma. Ovviamente come nelle vecchie avventure grafiche ci sarà da spremersi le meningi, tentare le combinazioni e le azioni più impensabili arrivando al punto di rimanere bloccati per ore poiché non si sa come procedere. In tal senso esiste un sistema di aiuti interno, la cui efficacia è tuttavia limitata, dando sempre al giocatore un indizio utile, ma mai completante risolutivo. Anche nei ritmi Deponia stupisce. Per essere un'avventura grafica la trilogia conserva una dose di azione particolarmente elevata, grazie a fasi decisamente concitate (soprattutto nell'ultimo capitolo), le quali, nonostante non necessitino di ristretti intervalli di tempo per essere completate, portano il giocatore ad avanzare di gran carriera. Comunque trattandosi di un titolo bidimensionale con sfondi disegnati a mano, la trilogia di Deponia non è certo un mostro computazionale, tuttavia vanta una direzione artistica eccelsa, riscontrabile in modo univoco in ogni suo elemento. Il design di personaggi e delle ambientazioni è perfettamente adeguato al contesto tipicamente folle che contraddistingue il mondo di Deponia. Gli sfondi in particolare sono stati realizzati con cura certosina, arricchiti di tantissimi dettagli, anche nei fondali di transizione. Anche le animazioni sono numerose e ben curate, create appositamente anche per interazioni del tutto facoltative e marginali. Anche il comparto sonoro è molto valido, con tracce varie e ben implementate e con l'aggiunta ben gradita di diverse canzoni. Fortunatamente poi tutto è anche tradotto in italiano. Tra le aggiunte più rilevanti nella raccolta della trilogia è da segnalare il commento dello sviluppatore. Tanto spassoso quanto interessante, il commento non solo offre molti retroscena sullo sviluppo del titolo, ma anche numerose gag come canzoni e interviste ai protagonisti stessi. Insomma Deponia: The Complete Journey è davvero spettacolare, anche se poteva essere un'avventura decisamente migliore dal momento che non ha un vero finale, gli sviluppatori  poi si sono intestarditi nel voler introdurre a tutti i costi battute in ogni riga di dialogo senza la brillantezza e la fine ironia di un grande commediante. Anche gli enigmi, spesso ispirati, soffrono un po' per le soluzioni bizzarre che in alcuni casi rasentano l'assurdo. L'idea di fondo è buona e ha molto potenziale narrativo, anche se bisogna giocare a tutti e tre gli episodi per goderne fino in fondo. Ma nonostante i suoi difetti Deponia rimane comunque un'avventura discreta che poggia su puzzle solidi e stimolanti. Se siete amanti del genere non perdetevelo. Voto: 7

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