Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/10/2018 Qui - Dopo aver rivisto tutti i film della saga di Alien, compreso l'ultimo film (qui) e soprattutto la saga spin-off di Aliens vs Predator, avevo voglia di "vendetta", avevo voglia di ammazzare un po' di Alien, e così (grazie anche ad un'imperdibile offerta) ho acquistato l'omonimo gioco sparatutto Aliens vs Predator del 2010, e me ne sono praticamente innamorato, o almeno, mi sono tanto divertito e ne sono rimasto molto colpito, giacché è stata la prima volta (non ho mai acquistato titoli precedenti) che mi sono ritrovato di fronte ad un gioco che permetteva di impersonare tre "razze", un povero novellino appena reclutato nei marines coloniali, un coriaceo lucertolone alieno che proprio non vuole fare la cavia da laboratorio, e un predatore tanto potente quanto letale. E insomma è stato un "piacevole" intrattenimento, anche se poi la trama alla base della vicenda è abbastanza scarna e priva di grossi colpi di scena. I Predator (ultimamente al cinema), come al solito, girano per lo spazio seminando uova di alieno sui vari pianeti, per poi combatterli e mettere alla prova il loro valore di cacciatori. La situazione degenera quando le pericolose uova finiscono su un pianeta popolato da esseri umani: invece di scappare a gambe levate come il buon senso suggerirebbe, i nostri pronipoti iniziano a condurre esperimenti genetici sugli Aliens. Naturalmente questo non sarebbe un fanta-horror se le cose non peggiorassero irrimediabilmente, e quando questo accadrà avremo la possibilità di visitare le varie ambientazioni del gioco impersonando i tre protagonisti principali, assistendo così all'evolversi della vicenda dai loro punti di vista diametralmente opposti. L'avventura è suddivisa in vari livelli per ogni personaggio. Alla fine di ogni livello è possibile decidere se continuare con la stessa razza o giocare il prossimo livello con una delle altre due. Io l'ho fatto completando le tre campagne nell'ordine suggerito dal gioco (Marine, Alien e infine Predator), e ho fatto bene, anche perché solo in questo modo si può godere meglio la storia e assaporare il senso di potere che si prova a comandare creature sempre più forti e letali. Se la vicenda è uguale per tutti, assolutamente differente è il modo con cui questa viene vissuta (le tre diverse campagne proposte forniscono infatti una diversa prospettiva sull'unico filone narrativo) nei panni dei tre diversi personaggi controllabili (ognuna con particolari caratteristiche e abilità uniche).
Nei panni del marine (senza ombra di dubbio la "classe" più debole nonostante possano contare su potenti armi da fuoco e un equipaggiamento in grado di sopperire parzialmente alle loro lacune sensoriali) il compito principale è portare a casa la pelle, magari senza farsi infettare dai cucciolotti alieni che cercano in ogni momento di farci ingoiare un loro futuro simile, come Alien (come da tradizione la specie più poliedrica, poiché tralasciando la loro ormai storica capacità di camminare su qualsiasi superficie, dispongono di letali attacchi corpo a corpo e di un pericolosissimo allungo con cui possono balzare, in un attimo, contro un nemico, a questo si aggiunge poi la capacità di vedere al buio, imprescindibile per sorprendere i nemici meno attenti), abbiamo il compito di fuggire dal laboratorio nel quale gli scienziati ci hanno rinchiuso, combattendo i soldati e i Predator che ci danno la caccia, nei panni di questo, infine (essi che, con un equipaggiamento futuristico in grado di garantire ottimi risultati anche contro ondate di Alien inferociti, uniscono una potenza fisica fuori dal comune), la missione consiste nel dare la caccia agli alieni, facendo a pezzi gli eventuali marines che nel frattempo avranno la faccia tosta di intralciare il nostro cammino. Lo scarso equilibrio tra le diverse specie è dunque evidente, rivelandosi però determinante per ricreare la magica atmosfera delle pellicole cinematografiche a cui il prodotto si ispira. Gli Alien e i Predator, cacciatori per antonomasia, si trovano infatti in una posizione privilegiata, mentre i Marine, a fronte dei propri limiti fisici, sono inevitabilmente costretti a sudare le proverbiali sette camice per uscire vivi da qualsiasi situazione. Le classi sono caratterizzate in maniera ottimale e risultano fedelissime alle loro controparti "reali", garantendo quindi grande coinvolgimento e di riflesso, altrettanto divertimento. Tutto questo fa dunque sì che il prodotto risulti, a tutti gli effetti, un insieme di tre diverse esperienze, ognuna caratterizzata da sfaccettature uniche, in grado di stimolare e suggestionare più di quanto non fosse auspicabile. Le campagne che vedono protagonisti le tre razze, pur non eccellendo in quanto a longevità individuale (5-6 ore saranno sufficienti a chiunque per portarle a termine), garantiscono infatti una buona dose di emozioni e diverse soddisfazioni. In tal senso discreta è la qualità complessiva (nonostante gli anni), soprattutto il comparto audio, grazie agli suggestivi e coinvolgenti effetti sonori, ma anche grazie a un buon doppiaggio, più che sufficiente per rendere l'atmosfera ancora più angosciante di quanto non sembri inizialmente. I problemi si riscontrano invece in un certo dislivello qualitativo (anche perché esse sono minate da un'intelligenza artificiale dei nemici non sempre all'altezza della situazione e dunque incapace di creare vere e proprie difficoltà ai giocatori più smaliziati) tra le campagne, quest'ultime che soffrono altresì di una trama banale e prevedibile, soprattutto a chi conosce almeno un po' l'universo di Aliens vs Predator. Un universo in cui il sistema di salvataggio a checkpoint e bengala e proiettili infiniti per la pistola danno forse troppa sicurezza al giocatore rendendo così quella che doveva essere un'esperienza di terrore una sparatoria che di pauroso ha poco o nulla. E tuttavia, tralasciando queste mancanze, il gameplay, pur restando ancorato ai canoni tipici degli sparatutto (ma con un'evidente predisposizione per il combattimento corpo a corpo) evidenzia una buona varietà, legata alla necessità di variare il proprio stile di gioco, e le proprie strategie, in base al personaggio utilizzato. E quindi tirando le somme, Aliens vs Predator si dimostra dunque un buon titolo, capace di ricreare in maniera più che soddisfacente l'angosciante atmosfera dei suoi due brand di riferimento. Peccato solo che non abbia provato la modalità multiplayer, è ormai obsoleta, peccato anche ci sia una modalità Surviror praticamente inutile, anche se poi alla fine non è importante se il tuo scopo era di divertiti solamente ad ammazzare un po' chiunque, cosa che questo titolo, titolo che tutti dovrebbero provare almeno una volta, fa alla grande. Voto: 6+
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