domenica 12 maggio 2019

Watch Dogs

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 19/06/2018 Qui - Non so, sarà stato forse un bug, sarà stato lo stesso sistema di gioco, ma ho trovato parecchie difficoltà a giocare a Watch Dogs, videogioco action-adventure (sviluppato da Ubisoft Montréal) del 2014. Il gioco infatti, avuto in regalo mesi fa dalla piattaforma Uplay, non mi ha permesso di cambiare e personalizzare i comandi, e si sa che se quando si gioca soprattutto dal PC non avere la possibilità di farlo penalizza la giocabilità, o almeno per me (viste soprattutto le mie "leggere" difficoltà manuali) è stato così. Anche se in ogni caso, dopo essermi adattato in qualche modo (nonostante tanti bottoni da destra e sinistra e soprattutto alcune "combo" fastidiose) sono riuscito a giocare e anche con discreti risultati, anche perché il gioco, nonostante alcuni difetti, è riuscito comunque a divertirmi, non tantissimo in verità ma sufficientemente. Watch Dogs difatti, di cui c'è già un sequel e il terzo è stato annunciato all'E3 del 2018 (a tal proposito anche questo fu annunciato all'E3, ma nel 2012), che mi ha comunque deluso per alcuni aspetti, è un gioco molto interessante, innovativo e solido, anche se imperfetto. Ma per comprendere, conoscere e sapere meglio partiamo dal principio, ed analizziamo tutti i dettagli. Partiamo ovviamente dalla componente narrativa, che sostanzialmente gira intorno alla (classica) vendetta, nuda e cruda. Il nostro alter ego (Aiden Pierce) è infatti tormentato dalla perdita della nipote, perdita causata dalle nostre attività illegali da hacker e ladro informatico, ovviamente questo non fa altro che farci arrabbiare ancora di più e ci lanceremo quindi alla ricerca di chiunque si sia macchiato di tale omicidio. Peccato che nonostante la trama (tuttavia prevedibile) riesce comunque a tenere vivo l'interesse in chi sta giocando, anche solo per scoprire come l'epopea della famiglia Pierce andrà a finire, lo sviluppo quasi sempre lineare e classico non aiuta, perché nonostante l'argomentazione particolare (l'hacking ricoprirà un ruolo fondamentale) in ciò i personaggi, pur essendo dotati di una discreta dose di carisma, non raggiungono quasi mai quella carica emotiva che ci si aspetterebbe da un gioco con una componente narrativa così forte. Certo, la trama è solamente uno strumento a servizio di una giocabilità che tuttavia offre qualcosa di variopinto e divertente nel mondo degli open world, mi riferisco ovviamente al sistema di hacking, ma mi aspettavo qualcosa in più.
In ogni caso davvero innovativo (almeno per chi ha poco a che fare con il free roaming) è il sistema, giacché attraverso un potentissimo smartphone, potremo hackerare gran parte degli elementi che compongono la città di Chicago, collegata da una potentissima rete chiamata ctOS. Certo, in verità non è una cosa nuova, soprattutto perché il gioco, è simile a GTA (possiamo rubare macchine, guidare all'impazzata per la città e uccidere civili, ma senza tutte le altre cose) e prende a piene mani da molti altri titoli, abbiamo quindi sistemi di costruzioni di gadget elettronici come rumori audio e granate, sparatorie con molte armi, bullet time (rallentamento del tempo), anche mentre guidiamo, corsa parkour (ricordo che Ubisoft è lo stesso producer di Assassin's Creed). In pratica hanno preso tutti gli ingredienti dei migliori giochi e li hanno mescolati, praticamente un miscuglio di "già visto" se non fosse per l'anima del gioco: appunto l'hacking. Perché si può, col nostro smartphone, vedere cosa fa la gente nella propria vita, spiare da telecamere, attivare da remoto i dispositivi elettronici (valvole del gas, far esplodere le centraline), entrare nella vita delle persone e distrarre i nemici con i loro problemi (anche se a lungo andare ciò non basta a toglierci la costante sensazione di essere soli all'interno di un mondo vuoto). Si può anche scappare dai poliziotti o dai nemici e attivare i pali elettronici per bloccare la strada, o aprire e chiudere un garage per nascondervi, e controllare i semafori e creare incidenti (e quindi in verità è forse anche troppo facile riuscire a fuggire e sfuggire). Si può ovviamente scegliere il tipo di approccio, stealth o creare assalti armati, e su questo aspetto ottimo è il suo bilanciamento. Il gameplay offre infatti ampia libertà d'interpretazione, senza far mancare nulla all'una o all'altra componente (coperture dinamiche, armi a lungo e corto raggio, saranno alcuni dei tanti elementi che il giocatore avrà a disposizione per saziare la sua voglia di intraprendenza). In ogni caso e indipendentemente dalle mansioni che decideremo di portare a termine durante la nostra partita acquisiremo dei punti esperienza che ci permetteranno di migliorare le abilità di Aiden (hacking, guida, shooting, crafting). Un sistema completo ma allo stesso tempo complesso, che comunque fa bene il suo lavoro.
Come bene fa il suo lavoro Ubisoft, soprattutto quando si tratta di longevità, ella infatti su questo punto non sbaglia mai. Inoltre, gli sviluppatori sono anche riusciti a rendere abbastanza varie e divertenti le missioni che compongono la campagna principale, ma soprattutto in grado di giustificare le capacità di Aiden, senza però cadere nella banalità. Inseguimenti, pedinamenti, sparatorie o infiltrazioni, sono solo alcune delle tante cose che ci verrà chiesto di fare per scoprire la verità che nasconde la torbida Chicago. Se difatti oltre venti ore di storia principale non dovessero bastarvi, non preoccupatevi, perché gli sviluppatori hanno pensato bene di inserire tutta una serie di elementi in grado di offrire ulteriore varietà. Durante la partita, ad esempio, sfruttando la rete ctOS, potremo scovare missioni secondarie che ci chiederanno di salvare cittadini da potenziali crimini, acquisire mezzi per conto di terzi oppure bloccare convogli malavitosi prima che raggiungano un determinato punto della mappa. Senza dimenticare missioni da Fixer (i Fixer sono individui con il solo compito di ripulire scene, manomettere prove e, in caso, rubare e uccidere, gli Hacker sono invece ladri del XXI secolo), crimini probabili (che dovrete fermare prima che vengano commessi, Minority Report docet) e torri ctOS da disabilitare (grazie anche all'eccezionale IA del gioco). Potrete inoltre scegliere se commettere atti giusti o criminali, avendo una barra della reputazione che può oscillare tra giustiziere e criminale, e avrete a disposizione numerosi abiti da poter acquistare. Insomma tante cose da fare, che tuttavia non ho comunque fatto, perché ho preferito fare le missioni principali ed evitare alcune "scomode" secondarie, di certo non quelle con le auto, perché nonostante il sistema di guida pessimo (certi veicoli risulteranno estremamente scomodi da guidare), le ho trovate piacevoli da completare. Mentre non tanto eccezionale è il multiplayer del gioco integrato all'interno del singolo giocatore. Watch Dogs infatti, e come di consueto nei giochi recenti, ha una modalità online e una funzionalità di rete. Nella funzionalità di rete, potremo essere invasi da un hacker nemico: questo, sotto l'aspetto di un cittadino, cercherà di rubare le nostre informazioni, noi dovremo scovarlo e punirlo, quindi un qualsiasi giocatore potrebbe invadere la vostra partita, così come voi potete invadere quella altrui. Francamente una cosa che mi ha lasciato abbastanza tiepido anche perché è fastidioso venire interrotti durante il gioco.
Un po' meglio invece la modalità online, in cui potremo svolgere missioni (soprattutto adrenaliniche gare in auto) e scorrazzare in giro per la città insieme ai nostri amici, per un totale di 8 giocatori. E in questo caso il divertimento non manca in questo titolo della Ubisoft, che tuttavia come ci ha insegnato la stessa casa produttrice, un gioco non è tale senza bug: e anche in Watch Dogs (soprattutto estetici) ce ne sono (anche se fortunatamente non inficianti). Ma a peggiorare la situazione una fisica del gioco non ottimale e un comparto visivo (soprattutto nei dettagli), che seppur resta gradevole alla vista, non è perfetto. Un comparto visivo quindi sicuramente imperfetto ma tuttavia solido e stabile in termini di fluidità, tanto che in tal senso, nella resa generale, non è del tutto bocciabile. Anche perché ottimo è il comparto audio (un sonoro, dai rombi delle auto e alle sparatorie, più che buono), con un doppiaggio più che discreto ed in grado di donare un pizzico di verve e credibilità (grazie a dialoghi appassionanti) al personaggio di Aiden e a tutti i comprimari (tra cui una specie di Lisbeth Salander). Anche la colonna sonora, dalle tinte tipicamente elettroniche, risulta perfettamente integrata al contesto di gioco. Tirando quindi le somme possiamo dire che Watch Dogs è un esperimento riuscito nel suo complesso. Tuttavia, qualche imperfezione la si nota anche ad occhio nudo, anche se non va ad inficiare in maniera drammatica sulla qualità generale. Dopotutto il gioco, sebbene si "ispiri" a molti blockbusters dell'industria videoludica, crea un esperienza viva, non canonica, non ripetitiva e soprattutto, un esperienza inaspettata. Perché ogni azione non andrà mai come volete, e questo è un dettaglio spesso omesso in molti giochi: la casualità. Badate bene, è difficile creare la casualità in qualcosa che, come dice la parola stessa, viene "programmato". Watch Dogs non ci riesce appieno, ma ci si avvicina molto. Tanto che, se siete amanti del free roaming, o se semplicemente siete alla ricerca di un prodotto originale, questo è un titolo che non può mancare nella vostra collezione personale (solamente se odiate questo genere dovete scansarlo). Anche se poi in definitiva (dato i difetti e i problemi riscontrati), questo è solo un buon free roaming e nulla di più. Voto: 6,5

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