Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 04/08/2021 Qui - Torna, a distanza di due anni dall'ultima volta, la rassegna cinematografica a tema ragazzi rinominata (giustamente e funzionalmente)
Geekoni Film Festival, rassegna che, organizzata dalla cricca di blogger Nerd (la
Geek League) di cui faccio anch'io parte, con il nickname
Pan Fury, arriva quest'anno alla sua terza edizione, edizione che se non fosse per me, con la collaborazione di altri, non si sarebbe probabilmente mai svolta, ma ci siamo riusciti (certamente un bell'incentivo è stato il banner che ho creato per l'occasione, che troverete a fine post, che omaggia inequivocabilmente un caposaldo del genere "per ragazzi", ovviamente film degli anni '80, impossibile non conoscere, in tal senso ricordiamo il regista
Richard Donner scomparso un mese fa). E dopo
Labyrinth e successivamente
Un maggiolino tutto matto, questa volta la mia scelta è ricaduta su di un film alquanto particolare, su di un'avventura ben congeniata che sa divertire, su di un film di fantascienza ambientato negli anni della seconda guerra mondiale nel complesso godibile. Appunto su (questo)
The Rocketeer (tratto dal fumetto omonimo creato nel 1981 da
Dave Stevens, l'opera più famosa dell'apprezzato fumettista e illustratore morto prematuramente nel 2008 a 53 anni), uno dei primi cinecomic, quando i cinecomic non si sapeva cosa fossero, ed anche uno degli ultimi/pochi film
Disney che a dispetto del target non rinunciava (come adesso) alle sparatorie, agli inseguimenti, ai cattivi viscidi ed ai Nazisti per fare un film di questo genere. Un film dalle maestranze di tutto rispetto, dei pezzi da 90, mica pizza e fichi. Al timone ovviamente la
Disney, che non ha mai badato a spese per i suoi innumerevoli film, soldi in questo caso spesi abbastanza bene, il film ha raggiunto (proprio quest'anno) i 30 anni ma non li dimostra, il merito è dell'aspetto tecnico della pellicola, di prim'ordine, in cabina (di regia)
Joe Johnston, che ha sfornato qualche film discutibile (il recente
Lo schiaccianoci e i quattro regni per esempio) ma che ha pure regalatoci quel piccolo cult di
Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi, uscito due anni prima a questo e presumibilmente divenuto trampolino, e soprattutto quel grande piccolo cult di
Jumanji (quattro anni dopo), però non solo questi due, alla sala comandi gli sceneggiatori
Danny Bilson,
Paul De Meo (già penne dietro la serie televisiva cult
The Flash) e
William Dear, alle frequenze (musicali)
James Horner, vi dicono niente
Titanic ed
Avatar?, infine l'equipaggio, con
Alan Arkin, Oscar al miglior attore non protagonista nel 2007 per
Little Miss Sunshine, con
Timothy Dalton, uno dei tanti
James Bond cinematografici, con
Terry O'Quinn, il John Locke della serie tv
Lost, con
Jennifer Connelly, vincitrice di un Premio Oscar nel 2002, con i caratteristi
Paul Sorvino e
Margo Martindale, con il giovane
Billy Campbell. Il risultato? Un film decisamente figo, figo il casco (e il costume), figo il zaino a razzo e fighissima la ragazza (come fa girare la testa Jennifer non la fa girare nessuna, all'epoca poi ventenne e straordinariamente fulgida).