sabato 27 novembre 2021

A Plague Tale: Innocence

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/11/2021 Qui - Un videogioco che non brilla su molti aspetti, ma il tutto viene retto solidamente da una grafica e un atmosfera ultra realistica con delle ambientazioni incredibili. Se da un lato abbiamo un comparto tecnico/sonoro pazzesco, dall'altra c'è un gameplay castrante e limitato, coi nemici semplicemente idioti. Il titolo fa comunque innamorare di sè per una crudezza impattante (ma mai gratuita), una trama (che prende una particolare vena fantasy/occulta sulla fine) ben scritta (l'epoca e il luogo in cui è ambientata la vicenda, in Francia nel 1340 durante la peste, è sicuramente tra le cose che più mi hanno fatto apprezzare il gioco) e dei personaggi orchestrati a mestiere. Di questi ultimi ho adorato tanto le loro reazioni/motivazioni, molto umane e realistiche. A differenza di altri esponenti del genere, il gioco ha i grandi pregi di essere quasi sempre credibile e vagamente variegato, grazie alle meccaniche legate alla fionda. Diciamo che l'avventura di Amicia e Hugo (due fratelli in fuga dall'Inquisizione) si fonda principalmente su due fasi, quella stealth e quella action/puzzle coi ratti. Ecco, le prime sono scialbe, le seconde invece funzionano abbastanza. A proposito dei ratti, fanno decisamente effetto, evitare quindi se si ha paura. Il gioco (longevo il giusto) alla fine della fiera è più un racconto visivo, ma è stata comunque una bella sorpresa. Intenso e appagante da giocare, con una bella storia dietro e un sistema di crafting di pozioni e materiali, l'esperienza creata da Asobo Studios può definirsi completa e soddisfacente, nonostante tutto. Alcuni piccoli bug, alcuni comandi poco intuitivi e la piega non sempre ineccepibile della narrazione sminuiscono infatti alcuni dei tratti positivi di questo sorprendente titolo. Il risultato, tuttavia, riesce a emozionare e intrattenere per lunghi tratti, grazie (appunto) alla cura riversata nel design dei livelli e in alcuni degli aspetti più tecnici. Un difetto? Il finale si mostra in parte sbrigativo, quasi a voler suggerire un possibile seguito. Ma se questi sono i presupposti, ben venga. Voto: 7+

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