Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/10/2020 Qui - Nel mondo videoludico è sempre difficile accontentare tutti. C'è chi vuole che i giochi siano più realistici e chi più facili e spensierati. Nell'ambito dei giochi di guida le due correnti di pensiero sono suddivise in giocatori che vogliono un gameplay arcade e spartano e i piloti fatti e finiti, che vogliono simulatori tecnici e precisi. Come si possono accontentare tutti i giocatori? Codemasters dal canto suo aveva provato ad assecondare le due anime del pubblico realizzando DiRT 3 e DiRT Showdown per i primi e il più preciso e complesso DiRT Rally per i secondi. Due titoli diametralmente diversi, apprezzati entrambi ma che comunque non riuscivano a raggiungere perfettamente il mondo opposto. Ed ecco la soluzione definitiva, un gioco di rally in grado di accomodare i gusti dei puristi della guida e degli amanti dello stile arcade, ed ecco DiRT 4, il giusto compromesso tra simulazione e accessibilità, un mix ben riuscito e adatto a qualsiasi tipo di giocatore (probabilmente è per questo il capitolo più democratico dell'intera serie). Pur non presentando grosse novità in termini di struttura, il titolo di Codemasters riesce infatti non solo nei suoi intenti, ella voleva proprio questo, creare un gioco basato su rally e rallycross in grado di colpire un'ampia fetta di amanti dei motori e fare in modo che l'esperienza di gioco fosse appetibile per tutti, e penso che ci siano riusciti (dopotutto il gioco ci fa guidare tanto, lasciando un po' da parte le velleità simulative e abbracciando la filosofia del "scegli tu che fare", così da coinvolgere anche quei piloti virtuali, in parte anche me, che hanno visto in DiRT Rally uno scoglio troppo grande da superare), ma inoltre riesce ad emergere, anche grazie alla sua struttura semplice ma funzionale, condita pure da divertenti sfide a tempo e opzioni multigiocatore di ogni tipo.
Per i novizi, poi, c'è l'immancabile DiRT Academy, all'interno della quale apprendere i trucchetti del mestiere e migliorare la propria guida passo dopo passo (comunque si può decidere tranquillamente l'approccio che si vuole impostare, soft o hard). Anche graficamente, pur non facendo gridare al miracolo, il gioco riesce a difendersi discretamente. I modelli delle auto sono realizzati con cura maniacale, così come i relativi abitacoli. Detto questo mentirei se dicessi che è tutto rose e fiori. Tutto il peso di DiRT 4 (che comunque oltre alle gare vere e proprie mette in pista un sistema di gestione della scuderia che richiede un minimo di attenzione se si vogliono ottenere risultati senza restare al palo, che funziona bene ma non benissimo) poggia sull'editor procedurale, il che è un bene e un male allo stesso tempo. A lungo andare, i blocchi con cui sono costruiti i tracciati diventano facilmente riconoscibili, lasciandoci addosso una strana sensazione di artificioso. Anche il livello di difficoltà non sembra tarato al meglio: a prescindere dal fatto che si affrontino gli eventi spostando il peso sulla simulazione o sul versante arcade, c'è eccessiva bipolarità nel modo in cui alcune gare si rivelano particolarmente impegnative rispetto ad altre fin troppo facili da portare a casa. Detto ciò, è innegabile come DiRT 4 sia un prodotto valido, in alcuni momenti dannatamente divertente ed "abitudinario". Si è insomma di fronte ad un videogioco che punta alla longevità non tanto nel progresso della carriera, quanto nel migliorarsi continuamente e nel modo in cui ci invoglia a confrontarci col resto della "community". A fronte di categorie poco riuscite come Land Rush o, in parte, Rallycross, è l'esperienza tipicamente rallistica degli eventi "puri" a esaltare le capacità di Codemasters di creare giochi di corse, il che lascia ben sperare per il futuro della serie. Voto: 7
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