giovedì 22 dicembre 2022

La mia personale classifica del 2022

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 22/12/2022 Qui - In verità ne avrei voluti (o potuti) giocare a molti più titoli, ma vista la longevità di alcuni di quelli giocati quest'anno impossibile era fare di più, tuttavia raggiunto un numero di titoli (21) ben sufficienti e soddisfacenti. Infatti, pensando che solo uno di tutti questi ho acquistato e che nessuno si è rilevato insufficiente in tutti i sensi, meglio di così non poteva andare. Nel complesso un anno videoludico ancor più che discreto dello scorso (anno 2021 Qui). Tra avventure grafiche, RPG, action e sparatutto, ed anche alcuni platform, tante ore di divertimento, intrattenimento e coinvolgimento, racchiuse in questa classifica finale di tutto rispetto (cliccando sull'immagine del gioco potrete leggerne la recensione completa).


21. Carino e simpatico senza essere tuttavia entusiasmante, il tipico humour british c'è e si vede, un'avventura semplice che nonostante tutto fila che è un piacere. (6)
20. DICE non ha imparato dagli errori commessi con Battlefield 1, se tecnicamente un miglioramento decisamente si vede, qualitativamente e quantitativamente non tanto. (6)
19. Sebbene non si registrino mai picchi di gameplay particolarmente freschi o interessanti, né momenti ostici (il titolo si completa in scioltezza in circa 4 ore), Never Alone si lascia giocare dall'inizio alla fine in virtù del proprio carisma. (6+)
18. A conti fatti bello ma non bellissimo, l'operazione commerciale di rimasterizzazione riuscita a metà. (6,5)

venerdì 9 dicembre 2022

Wolfenstein: The New Order

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/12/2022 Qui - Premettendo che conosco la saga di fama, senza purtroppo averne giocato mai un capitolo, New Order è stato il mio primo Wolfenstein. Ambientato in un passato distopico, dove la Germania ha vinto la guerra nazista e punta a governare il mondo, passando persino dalla luna, questo capitolo è stata un'ottima esperienza (ho trovato estremamente divertente e appagante tutta la campagna). Il gioco mischia un gameplay adrenalinico, una difficoltà audace (io ho preferito tuttavia la via più semplice) e delle fasi stealth a contornare il tutto. Il gioco cattura fin dagli inizi, col caporale Blazkowicz a sorreggere bene (ma non benissimo) trama, conflitti interiori e le speranze di redenzione di un globo intero. Wolfenstein: The New Order avrebbe infatti certamente beneficiato di una trama più approfondita e di fasi esplorative più d'atmosfera, all'infuori delle missioni principali. A mio parere non è stato difatti sfruttato l'enorme potenziale che poteva avere questo "sviluppo" alternativo della seconda guerra mondiale, con molte idee interessanti approfondite quasi per nulla. Nota di demerito anche per le posizioni dei nemici, che respawano in zone casuali, rendendo sì tutto più ansiogeno e audace da giocare, ma anche tutto meno realistico. Nota di merito invece per il level design, pieno zeppo di strettoie, funicoli e segreti. Chiuso e "su binari" come piace a me, ma allo stesso tempo vario e geniale. In definitiva il gameplay eleva il titolo per stile e divertimento, mentre tutta la parte narrativa mi è sembrata solo sufficiente, complice anche un protagonista carismatico ma allo stesso tempo stereotipato al massimo. Al netto di tutto, Wolfenstein: The New Order è stata comunque una bellissima avventura (le sezioni subacquee o quelle lunari le ricorderò per molto, così come il manicomio di inizio gioco) e un ottimo trampolino di lancio per qualche futuro recupero. Voto: 7,5

Mass Effect: Andromeda

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/12/2022 Qui - Conclusa ormai da anni la saga del comandante Shepard (che io tuttavia ho completato poco tempo fa, recensione qui), ecco aprirsi un nuovo capitolo dell'epopea sci-fi firmata EA/BioWare. Possiamo parlare di spin-off senza ombra di dubbio visto che l'universo immaginifico è lo stesso ma con un gap temporale di oltre 600 anni, lasciando così immutate le vicende avvenute nella trilogia principale. Il risultato? Lusinghiero, degno successore della trilogia originale. Seppur tecnicamente claudicante sotto certi punti di vista, un titolo imperdibile per i fan della serie e per tutti gli amanti del genere fantascientifico, immenso per quantità di cose da fare e narrativamente affascinante. Mass Effect: Andromeda è infatti una space opera completa, emozionante e appassionante. Il sistema di narrazione tipico di BioWare e della saga di Mass Effect viene questa volta concentrato sul rapporto fra i personaggi e sulle loro vite, all'interno di una storyline dal tono più leggero rispetto al passato ma sicuramente coinvolgente (fallisce però nel proporre personaggi carismatici ed interessanti). Il combat-system è tra gli aspetti più riusciti del titolo, nonostante prenda le distanze dai tatticismi della passata trilogia, riesce a trovare una sua identità ben precisa, funzionale e divertente. Molto bene anche l'esplorazione e le dinamiche che regolano questo fondamentale elemento del gioco: tante sono le quest che popolano i pianeti e tanti (e impegnativi) sono i compiti che bisogna svolgere per rendere i vari habitat vivibili. Peccato per le animazioni, soprattutto facciali, spesso insufficienti, e un sistema di crafting che risulta troppo standard e poco coraggioso. Il risultato è comunque un ottimo Mass Effect, che segna l'inizio di un nuovo interessante e appassionante filone narrativo ambientato nell'iconico universo sci-fi firmato BioWare. In conclusione difatti, bel gioco davvero. Spero ci sia un seguito. Voto: 8-

Borderlands 3

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/12/2022 Qui - Ad anni di distanza dal secondo episodio della serie (e dal successivo Pre-Sequel, e si ricordi della The Handsome Collection), il ritorno e l'arrivo tanto atteso del terzo capitolo di Borderlands, e la parola d'ordine è come sempre "caos totale"! Borderlands 3 si presenta infatti come il capitolo più grande e folle della saga, ed al netto di qualche difetto tecnico più o meno evidente, è tutto ciò che speravo di trovare nell'ultimo (e si spera non conclusivo) capitolo della serie Gearbox. Sfrontato, esagerato, un titolo estremamente caotico (in senso positivo) e genuinamente divertente secondo aspettative. La naturale evoluzione della saga che, con tutti i suoi pregi e altrettanti difetti, riesce sempre a divertire con la sua massiccia dose di divertimento e dark humor. E comunque, nonostante si siano conservati diversi tratti (positivi e negativi) dei capitoli precedenti, Borderlands 3 è molto più di un "more of the same". Andare in giro per pianeti insieme a personaggi strampalati e imbracciando una varietà incalcolabile di armi ed equipaggiamenti non è mai stato così soddisfacente. Qualche incertezza tecnica ed una qualità narrativa purtroppo non al pari del secondo capitolo impediscono al titolo di raggiungere la perfezione, ma rimane un signor gioco, dalla durata e dal divertimento incredibile, cosa che per i fan è come tornare a casa. I livelli di gioco sono ben costruiti, le missioni secondarie sono tante e abbastanza diverse fra loro. Per finirlo ci vogliono tante ore e tante imprecazioni. E tutto senza DLC, su cui spero di mettere le mani, perché sì, ho ancora fame di Borderlands. Voto: 8

Videogiochi del periodo (Ottobre/Novembre/Dicembre 2022)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 09/12/2022 Qui - Ho riservato il meglio (ovvero i titoli da me più attesi, ma anche quelli più longevi) per ultimo, anche se inizialmente non dovevano essere (a parte il nuovo Mass Effect acquistato lo scorso anno da Steam) questi i titoli scelti per chiudere in bellezza quest'anno videoludico. Infatti, prima che Borderlands 3 mi fosse regalato da Epic e che successivamente mai avrei potuto troppo rimandare, a Dragon Age: Inquisition (su e da Origin via Prime Gaming) avrei dovuto giocare, ma alcune difficoltà logistiche mi hanno bloccato. Anni fa ho giocato a Dragon Age: Origins, e non lo ricordavo fosse così complicato, sarà che l'hanno aggiornato o chissà, ma il combattimento tattico si è rivelato indigeribile, non bastasse una telecamera legnosa e fastidiosa, cosicché non ho potuto far altro che (con sommo dispiacere) scartare. Per ultimo avevo selezionato Far Cry 4 (su e da Ubisoft via Prime Gaming) ma alcune difficoltà tecniche mi hanno (in questo caso solo momentaneamente) fermato. Difatti ad un certo punto Ubisoft ha aggiornato il suo client ad un livello prestazionale così elevato che il mio PC non poteva (ancora) soddisfare. Cosicché non potendo più giocarci, ho virato su altro, che durasse tra l'altro meno, perché dovendo fare l'upgrade tempo ho perso e poco avevo per completarne un altro di gioco (ho scelto dal catalogo personale ricco di titoli gratuiti un Wolfenstein). Infatti cogliendo la palla al balzo ho provveduto ad aggiornare il mio computer a certe specifiche, previa aggiunta di una scheda SSD all'interno, ho aggiornato da Windows 7 a 10 (comprare uno nuovo non mi conveniva affatto, anche perché paradossalmente meno potenti in termini di processore). Da settimane ho ricominciato a giocare a Far Cry 4, ma completarlo ancora devo, perciò il prossimo anno ci sarà (nel prossimo post previsto a Marzo, anno che col botto partirà). In ogni caso, andata com'è andata, mi è andata benissimo, con tre giochi che tanto mi sono piaciuti, che nella classifica finale (prevista prima di Natale) posto troveranno, e che sicuramente posti importanti occuperanno.

mercoledì 23 novembre 2022

Letture 2022

Post pubblicato su Pietro Saba World il 23/11/2022 Qui - Tra un videogioco e l'altro, tra una recensione e l'altra, tra una pausa e l'altra, ho avuto (nuovamente) tempo (anche se, sempre dovrei trovarlo, il che sarebbe meglio) per leggere, leggere quello che più m'intriga, mi piace e m'interessa. E così che ho letto (anche quest'anno, come l'anno scorso e l'anno prima) un po' di cose, tuttavia la promessa di continuare e concludere la collezione oro di Repubblica ho (momentaneamente) infranto, infatti non sono riuscito a leggere un numero sufficiente di volumi per poter dare un giudizio complessivo, non tanto all'opera completa in sé, indubbiamente eccezionale, ma alle singole proprietà per esprimere le mie preferenze in merito, però conto di farlo (cioè leggerli tutti) prossimamente, ossia il prossimo anno. Nel frattempo tornando a quest'anno, tre categorie di letture si sono alternate durante questo 2022, letture sufficienti a coprire un arco di tempo più che decente. Capitolo fumetti (oltre a vari numeri del Topolino Magazine settimanale, prevalentemente di recenti uscite), da Prime Reading altri quattro tomi (dopo quello a tema Halloween che ho presentato alcune settimane fa, qui) della collana Le più belle storie Disney della Giunti Edizioni. Si parte da quelle del Medioevo, otto storie che vanno dal 1995 al 2007, di queste una già letta (avendola incontrata precedentemente nel numero 2533 di Topolino), e a prendersi soprattutto la scena la saga di Paperleon(e), testo di Nino Russo, disegni di Andrea Freccero. Poi ecco Le più belle storie da ridere, dodici storie (una presa da Paperinik e altri supereroi) dal 1995 al 2010, e ben tre già lette, avendole incontrate precedentemente nei numeri 2836, 2842 e 2399 di Topolino. Si continua con quelle in giallo, nove storie (una da Minni & Company 49 del 1997 ed una Topomistery 45 del 1996) dal 1986 al 2009, nessuna già letta prima, tuttavia ecco che da Supergialli 42 Topolino (letto lo scorso anno), ritroviamo l'arcinemico Macchia Nera e l'immancabile Gambadilegno, vediamo Minni nei panni di Miss Marple ed infine ecco l'avventura ideata da Vincenzo Mollica, con Fiorello versione paperesca. Per concludere Le più belle storie horror, non proprio consuete queste storie, certamente con la magia Disney anche le storie di "paura" assicurano un gran divertimento, come in questo caso, comunque 10 storie (ben tre già lette, numeri 2311, 2815 e 2827) dal 1996 al 2010, ed una è a tema Halloween. Rimanendo nel mondo Disney, ma stavolta il tutto ho trovato scaricandolo da Internet, alcuni altre cose interessanti.

lunedì 31 ottobre 2022

Hallowgeek 2022: Le più belle storie (a fumetti Disney) di Halloween

Post pubblicato su Pietro Saba World il 31/10/2022 Qui - Un giorno questo, quello di Halloween, più che atteso, inesorabile ogni anno, occasione per il cinema, la televisione, l'editoria, ma anche per il settore "mercificazione", di proporre produzioni ed edizioni a tema. E quindi non poteva mancare quest'anno (nonostante l'esigua presenza) la rassegna della combriccola Nerd della blogosfera nominata Geek League. Ed alla mia terza presenza, a fronte di non so quante edizioni (dovrebbe essere comunque questa la quinta), eccomi ad affrontare un qualcosa di diverso dalle altre volte, infatti dopo uno Speciale (dei tanti) di Halloween dei Simpsons ed un piccolo cult cinematografico, ovvero La vendetta di Halloween (Trick 'r Treat), ecco un volume a fumetti, l'edizione del 2017 de Le più belle storie Disney di Halloween, un volume della collana di Giunti Editore (dei tanti di genere diverso, di alcuni ne scriverò/parlerò più in là), che appunto raccoglie alcune delle migliori storie a fumetti di Halloween con protagonisti i personaggi del mondo Disney. Potete immaginare che quando hai a disposizione un servizio, sfruttarlo quanto possibile è più che giusto, e così come ho cominciato a sfruttare dallo scorso anno Prime Gaming (anche se solo ultimamente giocati ad alcuni, qui, qui e qui), tornare a sfruttare Prime Reading è abbastanza normale, è da lì difatti che ho potuto trovare (noleggiare) questo bel volumetto (che non è l'unico presente, ma come detto pocanzi degli altri dirò successivamente, nella lista annuale di letture, che verso fine novembre arriverà). Per questioni di copyright, ma anche per correttezza, nessuna striscia ho esposto in immagini, ma come potete ben notare qui sotto, la copertina, l'indice e l'introduzione ho messo visibile. In questo senso voglio precisare che questa mia, più che una recensione, è una presentazione, anche perché difficile è giudicare queste storie qui, perlopiù storie divertenti ed innocue, storie di Topolino (Magazine) e compagnia bella che difficilmente potremmo trovare brutte, solo più riuscite di altre. Ed appunto questo c'è, leggeri brividi molto spesso spiritosi e buffi.

giovedì 6 ottobre 2022

Metamorphosis

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/10/2022 Qui - Una vera e propria sorpresa. Ci troviamo infatti tra le mani un'avventura breve ma colma di momenti surreali che arricchiscono una storia godibile ed intelligentemente sarcastica. Un trip allucinogeno carico di dialoghi brillanti e personaggi assurdi che strappano più di un sorriso. Il gameplay presenta meccaniche estremamente semplici e forse poco rifinite ma l'esperienza generale risulta comunque fluida, spumeggiante e squisitamente kafkiana. Metamorphosis difatti, intrattiene con una storia originale e coinvolgente, grazie alla cura delle atmosfere di gioco e alla forza della narrazione che ci mette nei panni di Gregor Samsa e risulta credibile, anche se naturalmente inverosimile per il taglio della storia. Come suggerisce il nome stesso, nel gioco vestiamo i panni di un umano che ha subito una metamorfosi nel cuore della notte, risvegliandosi al mattino senza alcun motivo apparente, in un insetto, e resterà tale fino alla conclusione dell'avventura. Un'avventura, opera, originale e curiosa, appunto capace di calare il giocatore in una prospettiva inedita. Essere un insetto è molto divertente nelle fasi platform, un po' meno nei puzzle. Il contesto è molto suggestivo ma la trama meritava maggiori cure. Tecnicamente la produzione vive di alti e bassi, ma il design riesce a far perdonare alcune mancanze. Però peccato che il tutto si esaurisca davvero troppo in fretta per riuscire a strappare un giudizio più lusinghiero. Tirando le somme, Metamorphosis è un titolo dalla durata di circa quattro ore che (in parte) riesce nel suo intento di creare un'esperienza unica. Il gioco prende ispirazione dal libro originale, riuscendo a creare un'atmosfera e un'ambientazione sicuramente riuscita, ma con una trama differente, azzardata, cambiando rotta, non riuscendo ad essere allo stesso livello di quella realizzata da Franz Kafka. Il comparto tecnico risulta grezzo sotto vari aspetti, soprattutto le animazioni davvero legnose degli umani. Allo stesso tempo, il gameplay è semplice ma efficace, divertente e fortemente platform, un'esperienza breve da assaporarsi tutta d'un fiato, non risultando mai ripetitiva. Il titolo ne esce fuori consigliato, pur avendo svariati difetti, va sicuramente premiato per la sua originalità. Un bel passatempo, con cui vivere un'avventura diversa dal solito. A patto che, ovviamente, si abbia uno stomaco abbastanza forte da reggere un mondo di insetti poco attraenti. Voto: 6,5

Planet Alpha

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/10/2022 Qui - Semplicemente un ennesimo esponente di una pletora di titoli che narra gli avvenimenti attraverso ciò che si muove su schermo senza presentare una singola riga di dialogo ma contornato da un comparto grafico di altissimo livello, per uno splendido viaggio in un affascinante e variegato mondo alieno, sotto la costante minaccia di un mortale invasore. Planet Alpha è un platform con elementi stealth e puzzle in cui la furbizia è la vera arma vincente. Purtroppo, a lungo andare alcuni puzzle possono sembrare un po' ripetitivi, con meccaniche già affrontate nei livelli precedenti seppur quasi sempre con piccole differenze. Inoltre, ad esser pignoli, in giochi come questi ci vorrebbe almeno qualche suggerimento iniziale, una sorta di tutorial (o magari qualche missione-simulata) per imparare ad affrontare e superare nemici e trappole di base, per poi applicare le conoscenze acquisite nei livelli più avanzati. In generale ci troviamo di fronte ad un gameplay scorrevole e divertente, che aiuta il giocatore facendolo ripartire da un checkpoint vicino al punto in cui è morto poco prima, e con nemici i cui movimenti spesso si ripetono in loop ad intervalli regolari. Se un certo ostacolo sembra impossibile da superare, e una volta scoperto il trucco, il gioco ci regala una soddisfazione immensa dandoci coraggio per affrontare gli stages successivi, con nemici ed insidie sempre più numerose e pericolose. E così il gioco, nel suo complesso, risulta un action 2D a scorrimento molto godibile, forte di un concept alla base davvero notevole. Planet Alpha è infatti uno dei mondi alieni più belli mai visti, un'insieme di ispirazioni ludo-estetiche che ha portato a un risultato eccezionale nella sua pura forma visiva. Una missione dal gameplay già visto, collaudato, divertente ma mai esaltante, che si anima grazie alla possibilità di alterare la rotazione del pianeta e malleare il suo ciclo giorno-notte, scintilla creativa che accende la miccia dei suoi momenti più interessanti, capaci di dare un'identità unica al progetto pur sfruttati col contagocce. Poco male per un gioco capace di intrattenere e divertire, ma anche di emozionare, un'avventura per gli amanti del genere da non lasciarsi sfuggire. Perché certo, alla fin fine il livello di sfida e le sezioni puzzle non mettono mai a dura prova il giocatore, ma il titolo merita di essere giocato dall'inizio alla fine, anche solo per godersi l'eccellente direzione artistica. Voto: 7

Wallace & Gromit's Grand Adventures

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 06/10/2022 Qui - Non sono mai stato un fan dei cartoni animati di Wallace e Gromit (quelli di umano combina guai che cane fedele aiuta e guai risolve), avrò visto sì e no qualcosa decenni fa, eppure la stop motion mi è sempre piaciuta, ma chissà perché non è bastato ciò per farmeli vedere e/o adorare. In questo caso però, c'era la possibilità di giocare a tutti e quattro gli episodi della serie Le grandi avventure di Wallace e Gromit, e ne ho approfittato, alla fine non è stato male, giocare ad un'avventura vecchio stile, composta da quattro episodi sì, però interconnessi. Ognuno infatti funge da storia completa a sé stante, ma avanza anche una trama centrale più ampia che attraversa tutti gli episodi. In Fright of the Bumblebees, Wallace e il suo cane Gromit coltivano accidentalmente api giganti e devono salvare il loro quartiere dagli enormi insetti. In The Last Resort, i due trasformano la loro casa di periferia in un resort sulla spiaggia al coperto e finiscono per dover risolvere il mistero di chi ha dato una botta in testa al bullo quando le luci si sono spente. In Muzzled, un sinistro carnevale arriva in città e si scopre che è una copertura per un'operazione "furtiva". In The Bogey Man, Wallace si unisce a un country club e deve combattere il suo bullo sul campo da golf per salvare la sua strada dalla demolizione (è una lunga storia). Giocare è molto simile a guardare i cartoni animati, tranne per il fatto che si possono controllare i personaggi. Si possono risolvere i problemi usando gli oggetti che si trovano in giro per casa e nel quartiere. Anche se a volte può diventare un po' complicato, tutto ciò che bisogna ricordare è pensare come Wallace e Gromit. Più si pensa fuori dagli schemi, più è probabile trovare la soluzione. La grafica è ben fatta (almeno per l'epoca, era il 2009), ci sono sì alcuni ritardi, ma nulla che influisca sul gioco, di cui controlli semplicissimi. In definitiva perciò, carino e simpatico senza essere tuttavia entusiasmante, il tipico humour british c'è e si vede, un'avventura semplice che nonostante tutto fila che è un piacere. Voto: 6

Videogiochi del periodo (Settembre 2022)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 06/10/2022 Qui - Un servizio (ricordo gratuito agli abbonati Amazon), quello di Prime Gaming, che si è rivelato come verificato ed (ahimè) prospettato un servizio dalle due facce, ma comunque utile e non del tutto disprezzabile. Perché anche se nella loro libreria l'80% dei titoli è quasi spazzatura, il meglio lo riservano per conto di terzi (ovvero tramite piattaforme esterne come Ubisoft ed Origin) ed è una gran cosa. Infatti, anche a volte mensilmente, se ne escono con certi titoli davvero fantastici che non ci si crede, titoli di cui alcuni giocati durante quest'anno (in primis Star Wars Jedi: Fallen Order) ed altri giocherò prossimamente (Far Cry 4 ed AC Origins), con tanti altri che riscattati ma per il momento parcheggiati (Need for Speed Hot Pursuit ed Heat, GRID Legends, Mass Effect Legendary Edition ed alcuni altri). Io tuttavia, per il mese di Settembre, ho deciso di giocare ad alcuni titoli della libreria personale di Prime Gaming (14 mesi son passati dai primi riscatti), anche se non è stato facile trovare quelli "perfetti", ma almeno tre son riuscito alla fine a trovare (come si può vedere/leggere). Difatti ho scartato più della metà (parliamo di 150 giochi) solo per il genere (non consono ai miei gusti), dai strategici agli arcade, gestionali e simulazioni non di auto tra gli altri. Eppure, a proposito di ciò, purtroppo ho scoperto di non riuscire a gestire le simulazioni automobilistiche, e così tra gli altri anche WRC 7 e 8 ho dovuto scartare. Il resto sono soprattutto avventure, ma di queste solo una manciata papabili al gioco, tra cui Monkey Island (9 episodi/capitoli) che però è un caso a parte (prima di avventurarmi nell'ultima avventura da poco uscita potrei chissà rigiocarci). Ne ho provati più di una dozzina prima di trovare quelli giusti, e scommetto che i prossimi stessa difficoltà, poiché molti hanno dei "difetti" con cui andare d'accordo non riesco. Localizzazioni in italiano inesistenti, visuali di movimento complicate ed impossibilità nel cambiare comandi, rivelatosi (personalmente) insormontabili ostacoli, e in alcuni casi mi è proprio dispiaciuto (Liberated, Song of Horror, Candleman e Batman: The Enemy Within). Ma va bene dai, tanto tutti gratuiti erano, sono e saranno, che importa dopotutto, e comunque materiale mai mancherà, in questa libreria ma soprattutto in altre.

venerdì 9 settembre 2022

In Sound Mind

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/09/2022 Qui - Dall'onirico al puzzle, dall'horror al riflessivo. Un gioco dalle molte personalità. Caratterizzato da un'atmosfera pesante e intensa ed una colonna sonora incredibilmente suggestiva, In Sound Mind ci trasporta in un vortice oscuro pieno di colpi di scena e terrore. Il titolo è il giusto equilibrio tra esplorazione, adrenalina e confusione. Un horror psicologico (in primis) che convince per il ritmo, l'idea e l'esperienza complessiva, nella speranza un giorno di poter apprezzare, e vivere, anche un possibile seguito. Invece di puntare tutto sulla cura al microscopico dettaglio, gli sviluppatori (di We create Stuff) hanno deciso di concentrare le loro risorse creative sulla resa scenica generale e su tutti quegli effetti che favoriscono il senso di immersione, come l'illuminazione, i colori e l'occlusione ambientale, riuscendo quindi a creare un'atmosfera di tensione degna di nota in pressoché ogni fase di gioco. In Sound Mind è una di quelle sorprese che spuntano dal nulla e che colpiscono come un fulmine a ciel sereno: l'insieme delle ricercate componenti ludiche e narrative riesce ad offrire un'esperienza completa, variegata, immersiva ed impegnativa grazie a una serie di idee semplici e intuitive nel concetto, ma studiate ed elaborate a fondo nella realizzazione. Come era lecito aspettarsi però, il gioco presenta diverse incertezze sul lato tecnico e qualche svista nell'equilibrio generale delle fasi, a causa della presenza di alcune sequenze di troppo che rovinano la godibilità dell'avventura nel suo complesso e di un finale narrativamente non all'altezza del resto dell'opera. Ma a parte questo, soddisfacente, mai frustrante, longevo il giusto, decisamente riuscito, un gioco che merita sicuramente attenzione, dai fan del genere ma non solo. Voto: 7,5

Rise of the Tomb Raider

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/09/2022 Qui - Il secondo gioco prodotto da Crystal Dynamics e pubblicato nel 2015, Rise of the Tomb Raider (giocato nella versione celebrazione per i 20 anni ricevuta gratuitamente lo scorso inverno), si presenta come un bel balzo in avanti rispetto al precedente titolo (Qui). A livello tecnico è invecchiato meglio e le aggiunte introdotte al gameplay rendono sia l'esplorazione che il combattimento più appaganti e profondi. L'ambientazione siberiana l'ho trovata per certi versi più evocativa rispetto quella isolana, sebbene la struttura narrativa subisca un brutto colpo quando ci si rende conto che la presenza degli Immortali a difesa del tesoro non è poi differente rispetto ai guerrieri giapponesi del gioco precedente. La storia invece ruota attorno ad un nemico solo vagamente accennato nel primo titolo, e solamente riconoscibile da coloro che hanno fatto collezionismo di segreti. Tuttavia la loro presenza ed il modo in cui sono stati concepiti li trovo funzionali ed a loro modo interessanti, sebbene pecchino di originalità. Nel complesso il secondo capitolo delle nuove avventure di Lara Croft mi è piaciuto di più, ma l'ho trovato anche più dispersivo. Il simil-open world qui inizia a risultare troppo vuoto e fine a se stesso. Vi hanno sì introdotto delle missioni secondarie per dare maggiore varietà, ma sono comunque poche e la maggior parte del tempo si gira per gli ambienti al solito scopo di raccogliere oggetti collezionabili (non male invece i DLC, davvero bello Baba Yaga: il Tempio della Strega). Nonostante queste sue piccole pecche, ho apprezzato molto il gioco per la sua maturità. Voto: 7+

Amnesia: Rebirth

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/09/2022 Qui - Un buon titolo ma come rappresentante del genere horror lascia a desiderare se confrontato con il primo episodio (il gioco è ambientato 38 anni dopo A Machine For Pigs e quasi un secolo dopo The Dark Descent) e con Soma, sempre di Frictional Games. L'ambientazione del deserto algerino, per quanto interessante e promettente, viene sviluppata solo in parte lasciando la precedenza a locazioni che, per quanto artisticamente valide, non riescono a ricreare la stessa atmosfera di tensione. Le nuove meccaniche di gameplay basate su illuminazione e buio sono molto valide sulla carta, la scarsezza di oggetti consumabili costringe, però, troppo spesso a limitare l'esplorazione in favore di un'avventura eccessivamente lineare nel suo sviluppo. Nonostante la serie abbia per prima introdotto l'inseguimento dei nemici senza possibilità di contrasto, l'implementazione di questa meccanica nel nuovo capitolo risulta un po' deludente limitando il tutto a semplici inseguimenti e senza reali ricerche di via di fuga da parte del giocatore. La storia propone comunque delle tematiche molto mature e mostra le capacità narrative del team di sviluppo che forse cominciano a diventare troppo strette per una formula che, introdotta tanti anni fa, si è evoluta nel corso del tempo. Un'evoluzione, però, a cui il team di sviluppo non sembra essere riuscito a tenere il passo. In conclusione, Amnesia: Rebirth mi è piaciuto a metà. Per certi versi può risultare davvero pauroso e quindi funzionare come titolo horror. D'altro canto però le meccaniche di gameplay non si aggiornano più di tanto e alcune perplessità sulla psicologia della protagonista la rendono un personaggio sì interessante, ma anche di facile lettura. Inoltre, a differenza degli altri capitoli, qui ci sono ancora più documenti da dover leggere e poche scene dove si sente davvero il fiato sul collo. Aggiungiamoci anche che la versione per PC ha qualche problema tecnico. Un vero peccato perché il titolo in sé avrebbe davvero potuto funzionare grazie anche ad un comparto artistico più che curato. Disegni dettagliati e con uno stile ben riuscito si sono legati perfettamente con i suoni e le melodie di Amnesia: Rebirth, ma non possono salvare tutto il resto. Voto: 6,5

Videogiochi del periodo (Luglio-Agosto 2022)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 09/09/2022 Qui - Negli ultimi tempi (almeno per quanto riguarda la maggior parte di titoli gratuiti scaricati) mi è capitato di provare e poi bocciare e/o scartare un gioco, ma non mi era ancora capitato di non poter provare affatto, cosa che, trattandosi di un titolo molto quotato e personalmente richiesto, mi ha lasciato basito. Non so per quale motivo effettivo infatti (stando a quello che ho potuto constatare va in crash in fase d'avvio e non c'è soluzione risolutiva), non sono riuscito a far "girare" l'acclamato Prey, che non è l'ultimo capitolo della saga di Predator, ma il gioco del 2017 prodotto dagli Arkane Studios (quelli di Dishonored 2 per intenderci) che all'epoca convinse critica e pubblico per l'eccellenza di riuscita. Davvero un gran peccato quindi, anche perché perfetto per me, genere sparatutto in prima persona con elementi di action RPG, con tutte quelle caratteristiche, quali ambientazione fantascientifica, narrazione profonda e gameplay immersivo, di cui non mi stanco mai. Ma è andata così, forse in futuro riuscirò a farlo funzionare (avendolo avuto gratis nessun "cambio" possibile ahimè), resta tuttavia la delusione, annessa però anche alla speranza che, non da Epic e una copia migliore, arrivi (si spera sempre gratuitamente) presto. Ho dovuto quindi virare su altri, ed eccoli perciò.

martedì 26 luglio 2022

Geekoni Film Festival: Nightmare - Dal profondo della notte (1984)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/07/2022 Qui - Ho preso (nuovamente) di petto la situazione, quindi indicato una data, indirizzato la via e preparato personalmente il Banner (non propriamente in tema ma ugualmente efficace), e grazie alla collaborazione della "compagnia" siamo riusciti anche quest'anno (la quarta negli ultimi cinque anni) ad organizzare questa speciale rassegna cinematografica a tema ragazzi, per l'appunto il Geekoni Film Festival, che rifacendosi al famoso Giffoni (in corso in questi giorni) dà l'occasione a "noi ragazzi" della Geek League (la cricca di blogger Nerd) di parlare/recensire un film a scelta, ma rigorosamente dal target adolescenziale. In questo senso non stupisca che io abbia, seppur inusualmente, scelto un horror, perché sono un gruppo di adolescenti nel film a dover affrontare uno dei più famosi serial killer del genere, distruttore di sogni e mistificatore di incubi, quando vorresti vedere in sogno Paprika (la straordinaria protagonista del bellissimo film d'animazione giapponese) e ti ritrovi un uomo con la faccia bruciacchiata che ti vuole "solamente" uccidere, trasformando quell'incubo di morte nella vivida realtà. Dopo Labyrinth, Un maggiolino tutto matto e The Rocketeer (esattamente lo scorso anno), ecco infatti Nightmare - Dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street), un film che, pur presentando qualche difetto, è certamente un affascinante cult che ogni fan del genere horror deve vedere, è quasi sicuramente il miglior film di Wes Craven, quello più originale e meglio costruito e con qualche sequenza davvero terrificante che resta nella memoria, l'atmosfera è resa perfettamente inquietante e ci sono almeno un paio di spaventi autentici, è un lavoro/prodotto che ha fatto scuola, nel 2021 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti in quanto "culturalmente storico e significativo". Un film più volte nominato, citato, che durante il mio lungo e recente viaggio (proprio Qui) nella filmografia del regista statunitense, che ricordiamo è venuto a mancare nel 2015, ho spesso indicato, menzionato, ricordato.

giovedì 16 giugno 2022

The Vanishing of Ethan Carter

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Un buon walking simulator investigativo, dove nei panni di un ignoto personaggio dovremo scoprire i motivi della morte degli abitanti in un piccolo villaggio sperduto tra montagne e foreste. A ogni corpo ritrovato bisogna ricostruire la scena del crimine attraverso gli indizi trovati nelle vicinanze. La progressione non è particolarmente lineare, le ambientazioni sono piuttosto vaste, forse un po' troppo risultando dispersive in certi casi, ma questo dà la possibilità al giocatore di esplorare e tornare sui propri passi per non tralasciare nulla. La narrazione è molto buona, tra un investigazione e l'altra si assiste ad eventi assurdi che solo nell'incredibile finale troveranno risposta, con rivelazioni che metteranno in discussione ogni idea che ci siamo fatti fino a quel momento. L'indie sviluppato da The Astronauts (che sembra essersi ispirato a Lovecraft) è senza dubbio particolare (tecnicamente e graficamente buono), ma non eccellente. Atmosfere abbastanza ispirate, riesce a tenere la suspense fino all'ultimo, nonostante non vi siano "combattimenti" o azione, riesce comunque a tenere alta l'ansia di chi lo gioca, ma a parte questo l'ho trovato un po' troppo anonimo, la storia seppur intrigante non l'ho trovata, una volta arrivato alla fine, così ben costruita da lasciare il segno. Il gioco dura poche ore, ma per la categoria di gioco, è giusto così, anche se qualche ora in più, l'avrei gradita. In conclusione, va detto che mai come in questo caso il gioco in "esame" è così legato alla soggettività di chi si pone davanti allo schermo. Personalmente, The Vanishing of Ethan Carter è stata una buona avventura, per quanto lineare e banale nella risoluzione degli enigmi relativi agli omicidi. Il finale sicuramente può essere un ulteriore spartiacque, ma in ogni caso emerge una discreta originalità da parte del team di sviluppo che in fondo è riuscito a raccontare una storia abbastanza coinvolgente ed interessante. Voto: 6,5

Vampyr

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Non mi aspettavo nulla da Vampyr, e forse è per questo che si è rivelata una piacevole sorpresa, non un gioco che ho seguito particolarmente e pensavo di non giocarlo mai, ma poi il solito Epic Games Store l'ha regalato (inverno scorso) e ho deciso di recuperarlo. E sono contento di averlo fatto. Perché Vampyr è un'altra ottima proposta firmata da Dontnod Entertainment (LIS) che si cimenta per la prima volta con l'horror. Un action RPG in grado di offrire un'esperienza coinvolgente, impegnativa, a tratti inquietante, forte di un'ambientazione perfetta per raccontare questo tipo di storie (si ricordi che ogni azione provocherà una conseguenza nel proseguo dell'avventura). La Londra del 1918 in cui si muove il dottor Jonathan Reid, appena creato vampiro, è oscura e minacciosa, con pericoli dietro ogni angolo che si manifestano nella forma di cacciatori e mostri, da affrontare secondo le meccaniche di un sistema da combattimento interessante, ma solo in parte affidabile. Abbastanza legnoso infatti, con una visuale un po' troppo sensibile dal darmi il mal di testa. Alcune volte il personaggio continuava a camminare/correre per conto proprio quando lo fermavo e in alcune occasioni il gioco si era crashato. Per di più, a un certo punto, l'ho trovato molto monotono a livello generale e alcune parti della storia le ho trovate un po' piatte e verso la fine un po' accelerato. Ma, nonostante ciò, ero molto preso dalla storia e da alcuni risvolti della trama, quindi secondo me merita. Un'altra nota va al metodo per livellare che mi trovo sia d'accordo che in disaccordo, perché è difficile avanzare se si procede seguendo l'etica e la moralità e mi sembra che ci sia troppa roba, però dall'altra capisco l'intento della Dontnod. Il titolo non risulta troppo impegnativo, le boss fight sono carine ma non fanno gridare al miracolo. Graficamente il titolo risulta piacevole. Alla fine il titolo porterà via una ventina di ore per essere portato a termine ma serviranno altre ore per essere completato al 100% (cosa che tuttavia ed ultimamente non faccio più). Insomma parliamo di un titolo godibile e piacevole. Un titolo che potenzialmente poteva ambire a traguardi molto più alti con un piccolo sforzo in più, ma che comunque eccelle sotto diversi aspetti. Voto: 7+

Dishonored: Death of the Outsider

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Questa espansione stand-alone si colloca subito dopo gli eventi di Dishonored 2 e di fatto mette la parola fine a tutto quello che era rimasto in sospeso. Guideremo una vecchia conoscenza: Billie Lurk alle prese con il suo vecchio mentore Daud, il culto e l'esterno. A livello di gameplay, grafica, ambientazione non si discosta dal precedente episodio, ovviamente Billie avrà i suoi poteri speciali a differenza di Corvo ed Emily. Il titolo è divertente, presenta una discreta longevità rapportata al tipo di gioco e come detto collega tutti i tasselli. A livello di narrativa siamo sul livello dei due capitoli principali: trama semplice sorretta su un background incredibile. Le missioni sono 5, mi sono piaciute tutte quante, il ritmo è sempre alto. Forse un po' povero a livello di ambientazioni, anche se bisogna dire che l'ultima location è tra le più interessanti dell'intera saga. La rigiocabilità è alta come nei precedenti capitoli (anche se giocato una volta difficilmente ho l'abitudine di rigiocare). Ci sono almeno 2 o 3 modi di completare ogni missione, incluse alcune chicche che si potranno vedere solo facendo determinate cose. Il doppiaggio si conferma sugli ottimi livelli a cui ci hanno abituato, con il motore grafico che è lo stesso utilizzato in Dishonored 2, quindi abbastanza gradevole. In conclusione, discreta espansione, che pur non discostandosi molto dal buonissimo capitolo precedente, riesce comunque a distinguersi in maniera positiva rispetto ai 2 capitoli principali della serie. Serie che sfortunatamente (personalmente sempre piaciuta) potrebbe concludersi qui, e niente, sono triste perché non credo ci sarà un nuovo Dishonored, non per adesso almeno, "sta riposando per ora", ma chissà se si sveglierà mai più. Voto: 7

Obduction

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Fondamentale per giocare a questo gioco è ricordarsi che ogni tanto è bene staccare la spina. Obduction è infatti un puzzle game in prima persona estremamente difficile. Si rifà a due classici del gaming che non aiutavano in alcun modo il giocatore (Myst e Riven). Difatti ciò che si ha è un mondo da esplorare colmo di enigmi e puzzle sempre più complessi. La differenza fondamentale rispetto alla quasi totalità dei giochi moderni è che in questo caso non si ha alcuna direttiva su cosa fare, come farlo o semplicemente dove andare. C'è una sensazione di spaesamento tipica delle avventure dei tempi andati. Ma superato il possibile smarrimento iniziale, l'opera scorre via liscia come l'olio (puzzle permettendo, naturalmente). E comunque se si ha bisogno d'aiuto c'è sempre Youtube. Un'opera che non punta su una trama molto ben definita, ma preferisce prediligere la suggestività dell'ambientazione. Su questo punto niente di dire, lo stile artistico particolare non per caso colpisce nel segno, non si può tuttavia soprassedere su qualche difetto tecnico di troppo, e su una seconda parte molto poco ispirata rispetto alle aspettative iniziali. La presenza di più finali non giustifica la rigiocabilità di questo titolo che può risultare ripetitivo anche dopo qualche ora di gioco. Nel complesso quindi un discreto videogioco, l'esperienza, anche se ho avuto qualche forte mal di testa nel procedere, abbastanza soddisfacente. Un'esperienza che tuttavia non si può che consigliare solo agli esperti del genere, troppo ostico infatti per gli altri, che potrebbero perdere letteralmente la testa. Voto: 7

Videogiochi del periodo (Maggio/Giugno 2022)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Se non ho mai giocato ad un Dark Souls ci sarà un perché, è perché non ho mai ben sopportato il classico "muori-ritenta-muori ancora", ma non è solo per quello, il problema è il bilanciamento della difficoltà settato molto in alto (non esiste la difficoltà facile). Non è un caso che io abbia provato a giocare (così per caso, non avevo intenzione ma è successo, il riceverlo gratis certamente ha pesato) a Remnant: From the Ashes e mi sia arreso dopo poco tempo. Remnant infatti, che pur con le dovute differenze è molto simile al famosissimo titolo prima citato, è un gioco tosto, tostissimo. Soprattutto se questo è giocato in solitaria, che è molto più complicato che giocato in co-op, c'è difatti questa possibilità, ma nessuno con cui potrei farlo, e quindi fregato son rimasto. Difficile quindi immaginare per me giocare al celebrato Elden Ring, cui meccaniche e stile di combattimento simile, basato su tempismo di schivata e sull'abilità di assegnare più colpi in una finestra temporale ridotta (tra un attacco e un altro per intendersi), non fanno al caso mio, anche perché spenderei tutte le mie energie per farcela, e poiché già tantissime non sono, inutile sarebbe. I combattimenti infatti, come ho potuto anche se per poco notare con Remnant, hanno ritmi serrati e impongono un attenzione davvero alta, in quanto anche un solo errore banale può fare davvero la differenza. E la stamina non è amica, pochi movimenti e si è già a corto di fiato, alla mercé dei nemici. Potete quindi capire, anche per la frustrazione, chi conosce questo genere di gioco sicuramente sa, che ne deriva. Preferisco semplicemente altre cose, altri generi, per divertirmi e concludere senza troppe difficoltà le mie run di gioco, quotidiane ma sempre piacevoli, con giochi come quelli che oggi recensisco/esamino.

venerdì 15 aprile 2022

Star Wars Jedi: Fallen Order

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/04/2022 Qui - Ho amato profondamente Jedi: Fallen Order (ambientato tra gli eventi di Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith e Rogue One: A Star Wars Story), che è risultato inaspettatamente al di sopra delle mie attese, forse perché è stata la prima volta che ho giocato ad un titolo dell'universo di Star Wars. In ogni caso uno di quei titoli da cui è difficile staccarsi, uno di quelli che mai interromperesti, attendendo con ansia la tua prossima run per capire come si evolverà la storia di Cal Kestis (un Padawan Jedi in fuga dall'Impero Galattico). La componente narrativa però è solo il tassello di un puzzle più complesso, un puzzle composto anche dal fanservice, dall'effetto nostalgia e da un combat system sorprendentemente articolato. Star Wars Jedi: Fallen Order centra infatti il bersaglio ottimamente, offrendo il giusto mix di azione adrenalinica ed esplorazione ragionata. Le meccaniche metroidvania sono innestate alla perfezione all'interno della formula di gioco, Respawn Entertainment riesce difatti a fondere ottimamente tutti gli elementi e a dar vita a un'esperienza affascinante, appagante e piuttosto longeva (quasi 30 ore con i collezionabili e l'esplorazione), nonché coerente con l'ecosistema di Guerre Stellari (molto più delle ultime produzioni cinematografiche). Buono il level design dei singoli pianeti (a tratti forse un po' caotico), che invoglia da subito all'esplorazione, swordplay e più in generale combat system dinamico altrettanto buoni, storia non sconvolgente ma comunque servibile. Dall'altro lato non è ineccepibile dal punto di vista tecnico, ci sono piccoli glitch grafici ovunque, animazioni e movimenti che ogni tanto vanno a farsi benedire, e via dicendo. Piccolezze che comunque non tolgono nulla al risultato finale. In ottica post-game una grossa pecca è la totale assenza di qualsiasi forma di viaggio rapido all'interno di uno scenario. Se vorremo tornare in quella particolare area del tal pianeta per recuperare dei collezionabili o degli upgrade ci dovremo armare di santa pazienza e ripercorrere il livello (ci sono delle scorciatoie sbloccabili che accorciano leggermente i tempi). Altra nota un pochino stonata che non ho apprezzato è l'olomappa. Cioè la mappa del mondo di gioco che stai visitando, visualizzata come ologramma. Ok, l'olomappa è figa e futuristica, ma caspita, io la sto guardando su uno schermo, che è piatto, quindi tutta la figaggine dell'olomappa va a farsi benedire e ne rimane una mappa di difficile consultazione, soprattutto per le aree più intricate, ci si trova a non capire come si arriva a un determinato punto e si va a tentativi. I personaggi sono ben studiati e a qualcuno verrà quasi spontaneo affezionarsi (un certo piccoletto sulla spalla in primis). Trama semplice ma ben fatta, invoglia a proseguire la nostra avventura verso il finale, in cui peraltro ci troveremo a confrontarci anche e niente meno che con "colui che non deve essere nominato". Insomma, a conti fatti non posso che consigliare (seppur a distanza di anni) questo gioco (che io comunque ho ricevuto gratuitamente), soprattutto ai fan della serie. Certo, non è un videogioco perfetto, ma si spera sia l'ottimo assaggio di ciò che ci attende in futuro. Voto: 8-

DARQ: Complete Edition

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/04/2022 Qui - Un titolo sicuramente inquietante, a tratti pieno di tensione e spesso angosciante. DARQ (un'avventura a scorrimento laterale in 2D che si svolge nell'oscuro mondo in scala di grigi dell'incubo di Lloyd) è un gioco artistico (dal punto di vista grafico presenta infatti una struttura che sembrerebbe pensata direttamente dal celebre regista Tim Burton, cosa ulteriormente accentuata dalla scelta stilistica dell'uso del bianco e nero per tutta la durata del prodotto) che sa sfruttare al meglio la prospettiva per far girare tutti gli ingranaggi, e onestamente anche un po' la testa (oltre a muoverci in avanti o indietro, è possibile difatti ispezionare anche la profondità, sempre se troviamo il modo di capovolgere la direzione tramite tasti o accessi, possiamo praticamente salire nelle pareti, questo è il vantaggio di giocare nel sogno di Lloyd, ci sono pochi limiti alla fantasia). Alcuni enigmi possono essere risolti andando a tentativi, ma la maggior parte delle volte il gioco propone puzzle molto dinamici e interessanti, il che fa di questo titolo una facile raccomandazione per gli amanti del genere. I livelli extra che la Complete Edition offre (La Torre e La Cripta) sono una buona aggiunta al pacchetto base, proponendo non solo più divertimento, ma anche una svolta alle meccaniche di gioco. DARQ (che per quanto si tratti comunque di una produzione indipendente mostra un comparto tecnico di tutto rispetto) è un titolo relativamente breve (4 + 2, 6 ore in pratica), ma forse è meglio così: un'esperienza di gioco lunga abbastanza da tenere il giocatore incollato allo schermo, con puzzle intelligenti e un'atmosfera da brividi, che non lasciano spazio alla noia. Certo, talvolta gli enigmi prendono il sopravvento sul lato spaventoso, catturando tutta l'attenzione, il finale è troppo rapido e non mi ha convinto la difficoltà dei nemici che si incontrano, in quanto sembrano davvero minacciosi solo all'inizio del gioco, quando sono presenti in maniera abbastanza costante, procedendo nel gameplay infatti solo in pochi casi le creature tenteranno di braccarci, fino a scomparire quasi del tutto, un aspetto che fa calare sia la tensione, sia l'effettivo tasso di sfida e di ingaggio, temi che fanno soffrire un po' il gioco, ma nel complesso bello davvero. DARQ anche se ricorda particolarmente Little Nightmares, senza molti dubbi abbiamo la stessa sensazione in game, è un'esperienza affascinante, emozionante nella sua inquietudine grottesca, ottimo per passare qualche ora a far muovere gli ingranaggi della nostra mente, un incubo che vale davvero la pena di giocare. Voto: 7+

Never Alone (Kisima Ingitchuna)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/04/2022 Qui - Un esperimento molto particolare, una specie di docu-game, se così si può chiamare, dove la materia ludica è usata come pretesto per la sensibilizzazione su un determinato argomento, nel caso specifico, l'argomento che sta a cuore è la diffusione della cultura Iñupiat e del suo folklore tramite anche la collaborazione con nativi delle tribù locali, obbiettivo che per un titolo indie a evidentemente basso budget è piuttosto ambizioso. Ebbene, l'esperimento si può dire riuscito a metà: vestiremo i panni di Nuna e di una volpe artica in quello che è a tutti gli effetti un platform 2D piuttosto banale, il cui fascino risiede tutto nell'ambientazione decisamente inusuale e negli approfondimenti, veri e propri pezzi di un documentario che vanno a toccare i punti più disparati, che si sbloccano raccogliendo collezionabili lungo il cammino. Sebbene non si registrino mai picchi di gameplay particolarmente freschi o interessanti, né momenti ostici (il titolo si completa in scioltezza in circa 4 ore), Never Alone si lascia giocare dall'inizio alla fine in virtù del proprio carisma. Nulla che faccia gridare al miracolo, insomma, ma rimane un titolo interessante grazie alla sua atmosfera molto delicata e all'arricchimento culturale che comporta giocarlo. Voto: 6+

Battlefield V

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 15/04/2022 Qui - Se Battlefield 1 si concludeva ponendo fine al conflitto, questo capitolo di DICE (il suo seguito) si apre facendo notare, in maniera piuttosto amara, che l'uomo tende a dimenticare alla svelta gli orrori del passato. Un monito quanto mai attuale. Eccomi quindi a parlare della Storia raccontata in Battlefield V, che riprende la formula già sperimentata precedentemente, con missioni denominate per l'occasione "War Stories", brevi racconti indipendenti e autoconclusivi, che consentono di impersonare diversi protagonisti e spaziare geograficamente dal Nord Africa fino alla Norvegia, dalla Francia alla Germania. Ovviamente però, ed ancora una volta, è la componente online, il multiplayer, ad essere la punta di diamante del titolo. In questo senso Battlefield V è sicuramente un prodotto controverso. Da una parte troviamo infatti un gran comparto multiplayer (anche se costruire ripari, robe, non è per me, ed anche se a questa modalità raramente gioco), per contro, una campagna cortina e in parte deludente. DICE non ha imparato dagli errori commessi con Battlefield 1, se tecnicamente un miglioramento decisamente si vede, qualitativamente e quantitativamente non tanto. Fortunatamente non c'è la missione di volo, sfortunatamente da sei passano a quattro. Tra le storie proposte (realmente accadute durante la Seconda Guerra Mondiale), Tirailleur è senza dubbio quella che è riuscita ad emozionarmi di più, una storia in cui viene mostrata la vera crudeltà della guerra, un esercito pronto a liberare una nazione che non ha mai conosciuto. Per riassumere, il pacchetto singleplayer offerto da EA e DICE è di buon livello (le varie trame risultano comunque godibili, chiudendo un occhio su alcune situazioni paradossali che non svelo per evitare spoiler), grazie a quattro storie curate sotto ogni minimo dettaglio ma che, purtroppo, impegnano per solo 4/5 ore circa. Ecco, e poiché la modalità multiplayer, anche se perfetta, poco mi interessa, l'amaro in bocca l'ho sentito. Per fortuna che anche questo come l'altro erano gratis, altrimenti sarebbero stati soldi buttati. Ma comunque non mi è dispiaciuto giocarci, anche se appunto mi aspettavo molto di più (personalmente il mio cuore sempre batterà per Call of Duty). Voto: 6

Videogiochi del periodo (Marzo/Aprile 2022)

Post pubblicato su Pietro Saba World il 15/04/2022 Qui - Anche questa volta, come l'ultima volta (Qui), non è andata del tutto liscia, altri due titoli provati e poi bocciati. Stavolta non dall'Epic Games Store, ma da GOG, che ugualmente però uso come "parcheggio", difficilmente infatti comprerò mai qualcosa. In ogni caso ho provato a giocare a Ghostrunner, "uno slasher hardcore FPP pieno di azione fulminea, ambientato in una cupa mega-struttura futuristica cyberpunk", e mi sono bastati solo 5 minuti, era troppo difficile per me giocarci, ma è difficile a prescindere, calibrare le mosse e nel frattempo correre saltare e via dicendo, anche Emanuele di The Reign of Ema, molto più capace di me, se n'è accorto. E insomma ho mollato senza troppo dispiacermi. Al contrario mi è dispiaciuto lasciare dopo un pomeriggio di gioco, Journey to the Savage Planet, un particolare action adventure caratterizzato da un'ambientazione fantascientifica, un gioco tutto o quasi incentrato sull'esplorazione di uno strano, fluttuante mondo alieno, il resto del mix è affidato in ordine di importanza al combattimento e alla risoluzione di diversi enigmi ambientali, il che è un bene, ma le questioni risorse da trovare, creature da studiare ed arrangiati per trovare la strada, non mi sono andate a genio ed ho preferito lasciare perdere. Forse andando avanti migliorava la situazione e forse giocando in coop con un giocatore esperto meglio sarebbe stato, non saprò mai, però va bene così, dopotutto senza giocare non sono decisamente stato.

venerdì 18 marzo 2022

Saints Row: The Third Remastered

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/03/2022 Qui - Nell'ormai lontano 2011 arrivava sul mercato un titolo stravagante, dalla grande personalità e caratterizzato dalla preponderante presenza del "politically incorrect". Senza mezze misure, un mix letale di irriverenza, malcostume ed esagerazione e sotto questo punto di vista niente è cambiato rispetto alla prima volta, rispetto all'ultima volta (tanti anni fa) a cui giocai sfruttando una prova gratuita. Parlo ovviamente di Saints Row: The Third, sviluppato da Deep Silver e Volition, che a distanza di quasi un decennio è tornato due anni fa su console di attuale generazione, e anche su PC, con una nuova e luccicante versione Remastered, e pochissimo tempo fa tornato sul mio schermo grazie all'Epic Games Store ed ai suoi settimanali regali. Le novità più grandi si percepiscono nell'uso di un nuovo motore con rendering basato sulla fisica e illuminazione globale, nelle texture più dettagliate di interni ed esterni, negli effetti visivi più sgargianti e nel rifacimento dei modelli di personaggi, veicoli e armi. Steelport di notte è l'emblema di tutti i vizi, ancora più appariscenti dietro le insegne al neon che illuminano quasi a giorno le strade dei distretti più commerciali. La scelta di non rimaneggiare anche altri aspetti del gioco costringe inevitabilmente ad accettare anche i difetti che il titolo si porta dietro da sempre e se si confronta l'open world e il ritmo di progressione con giochi più recenti si capisce che i problemi principali risiedono proprio in una struttura oggi non del tutto digeribile con facilità. Con Saints Row: The Third Remastered ecco però anche con un pacchetto di circa 30 DLC che racchiude il meglio di ciò che il terzo capitolo ebbe da offrire, un'occasione per farsi letteralmente travolgere ancor di più dal caos, con una tendenza marcata in fatto di humour esagerato e decisamente (ma anche volutamente) volgare con situazioni anche di assoluto nonsense. Personalmente un po' troppo, cioè mi sono divertito, ma dopo un po' mi sono stancato, ho fatto tutte le missioni principali (finendo addirittura su Marte) però non senza difficoltà (DLC, in verità bruttini, compresi). A conti fatti bello ma non bellissimo, l'operazione commerciale di rimasterizzazione riuscita a metà. Voto: 6,5

Among the Sleep: Enhanced Edition

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/03/2022 Qui - Un horror game psicologico davvero insolito, dove invece di mostri veri o di visioni indotte dalla pazzia del protagonista, si incontrano pericoli creati dalla mente di una bambina di 2 anni, alle prese con l'esplorazione di una casa che, invece, di pericoloso non dovrebbe avere nulla. Among the Sleep ci catapulta in un mondo tra sogno e realtà, e racconta una storia interessante condita da pochi ma efficaci elementi. Attraversando gli scenari particolari proposti si può apprezzare un'atmosfera horror che gioca con il (nostro) punto di vista di infante, ponendoci in situazioni inquietanti e non lasciandoci altra arma al di fuori della nostra astuzia nel trovare un rifugio sicuro (con di tanto in tanto alcuni puzzle ambientali da risolvere). Nonostante le premesse possano far presagire una storia ricca di spaventi e di momenti di alta tensione, devo ammettere con sincerità che provandolo a fondo non sono mai andato in contro momenti in cui sia possibile farsi un sano salto dalla sedia (a meno che non siate tanto suscettibili). Ma non fatevi ingannare da quello che dico, poiché il titolo è comunque capace di coinvolgere con la sua atmosfera azzeccata (di cui sopra) ed in grado di rappresentare in ogni occasione il senso di disagio costante che accompagna la bimba nella sua folle ricerca della mamma perduta. Un gioco certamente ben sviluppato, che pecca tuttavia di un inizio troppo lento e di una longevità molto, molto breve. Nonostante i contenuti aggiuntivi offerti dalla Enhanced Edition, fatica infatti a superare le tre ore (effettive) totali di giocato. A poco contribuisce la presenza di un nuovo capitolo, il quale si inserisce nella trama in qualità di Prologo, che a conti fatti è l'unico elemento che permette di aumentare di alcuni minuti la durata complessiva del gioco. Tuttavia, inoltre e nonostante una leggera (ma passabile) imprecisione dei controlli, e nonostante qualche piccola imperfezione grafica, il titolo di Krillbite Studio resta perfettamente godibile. In grado di garantire qualche ora di angosciante svago, ma anche un importante spunto di riflessione sull'infanzia dei bambini stessi. Un'esperienza da provare per chi è alla ricerca di un horror psicologico ben fatto e originale. Voto: 7

The Spectrum Retreat

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 18/03/2022 Qui - Dopo aver vinto nel 2016 il Game Making Award dei BAFTA con un prototipo, Daniel Smith (grazie alla collaborazione con Ripstone Games) ha sviluppato in due anni The Spectrum Retreat, l'evoluzione di quel progetto. Il titolo è un puzzle game basato su un concept che non si distacca da quello già visto in grandi classici del genere come Portal, ma che aggiunge comunque novità interessanti ed una trama che fa del mistero la sua colonna portante. Esplorare i vari piani del Penrose Hotel (che tanto ricorda uno degli hotel più famosi del cinema, l'Overlook del cult movie Shining), accessibili progressivamente completando una serie di rompicapi basati sui colori, è un qualcosa di alquanto inquietante a farsi (peraltro è gestito da androidi non esattamente rassicuranti). Anche se a livello empatico la trama non riesce a segnare il giocatore, è proprio la modalità con cui ci si approccia che rende il titolo forte e carismatico. Ma soprattutto, i puzzle con codice colore sono progettati in modo intelligente. The Spectrum Retreat (che offre un livello di sfida crescente con il proseguo del gioco) è in questo senso un rompicapo molto interessante, che riesce a farci proseguire la nostra avventura alla ricerca della verità grazie a degli ottimi stratagemmi narrativi. Un mix ben riuscito tra storia, ambientazione e puzzle non troppo complessi ma allo stesso tempo interessanti e intuitivi. Graficamente il gioco è lodevole anche se molto artigianale. A livello tecnico non è ineccepibile, avrebbe certamente beneficiato di una maggiore attenzione, ma poiché sviluppato da un piccolo team, ci sta. La longevità non è stellare (6 ore), e per quanto il ritmo generale ne tragga giovamento, qualche puzzle in più (oltre a maggiore varietà) non avrebbe di certo guastato. A conti fatti una piacevole sorpresa. Non eccelle mai certo, ma fa tutto quello che deve in maniera convincente. Non ci troviamo infatti di fronte ad un gioiello, ma è un titolo che deve essere giocato, dagli amanti degli enigmi, delle avventure vecchia maniera e da chi adora le atmosfere alla Wayward Pines. Voto: 7+