Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/06/2022 Qui - Fondamentale per giocare a questo gioco è ricordarsi che ogni tanto è
bene staccare la spina. Obduction è infatti un puzzle game in prima
persona estremamente difficile. Si rifà a due classici del gaming che
non aiutavano in alcun modo il giocatore (Myst e Riven). Difatti ciò che
si ha è un mondo da esplorare colmo di enigmi e puzzle sempre più
complessi. La differenza fondamentale rispetto alla quasi totalità dei
giochi moderni è che in questo caso non si ha alcuna direttiva su cosa
fare, come farlo o semplicemente dove andare. C'è una sensazione di
spaesamento tipica delle avventure dei tempi andati. Ma superato il
possibile smarrimento iniziale, l'opera scorre via liscia come l'olio
(puzzle permettendo, naturalmente). E comunque se si ha bisogno d'aiuto
c'è sempre Youtube. Un'opera che non punta su una trama molto ben
definita, ma preferisce prediligere la suggestività dell'ambientazione.
Su questo punto niente di dire, lo stile artistico particolare non per
caso colpisce nel segno, non si può tuttavia soprassedere su qualche
difetto tecnico di troppo, e su una seconda parte molto poco ispirata
rispetto alle aspettative iniziali. La presenza di più finali non
giustifica la rigiocabilità di questo
titolo che può risultare ripetitivo anche dopo qualche ora di gioco. Nel
complesso quindi un discreto videogioco, l'esperienza, anche se ho
avuto qualche forte mal di testa nel procedere, abbastanza
soddisfacente. Un'esperienza che tuttavia non si può che consigliare
solo agli esperti del genere, troppo ostico infatti per gli altri, che
potrebbero perdere letteralmente la testa. Voto: 7
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