martedì 8 settembre 2020

Penumbra: Black Plague

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 08/09/2020 Qui - E' il 2008, ed ecco uscire il secondo capitolo di Penumbra, un capitolo anche migliore del precedente. Il gioco infatti, che riprende da dove si era concluso Overture (proponendo tuttavia una conclusione alla storia), che prosegue con dinamiche e modalità simili (proponendo tuttavia avversari più temibili ed enigmi meno altalenanti), sale di spessore. La sceneggiatura difatti, come tutte le altre componenti del gioco, viene portata ad un nuovo livello. Ci si dimentica di quella storia inesistente e di quei personaggi di poco spessore che caratterizzavano Overture, questa volta ci si addentra in qualcosa di molto più complesso di quanto visto prima e di quanto si vedrà poi con Amnesia. Non solo la trama (che si permette anche di avere, che piaccia o meno, un certo pungente sarcasmo dato da un personaggio nel gioco) si fa più oscura, più imponente, se si vuole, dando al giocatore una missione molto più grande delle aspettative, ma anche la presenza di vari personaggi di contorno, di dialoghi doppiati e veri e propri combattimenti contro gli infetti, rende il gioco molto interessante. Il gioco infatti, non è un semplice horror dove bisogna scappare e tutto il resto, è un monumento, un grande e imponente monumento all'umanità, un simbolo che vuole dimostrare come l'umanità può essere grande, con l'impegno.
E questo ovviamente grazie alla sceneggiatura (dalle molte "influenze"), che decisamente coinvolge e convince, e che non a caso ricevette una nomination per il Premio Writers' Guild of Great Britain come Miglior Sceneggiatura per un Videogioco (ecco difatti influenze dai Miti di Cthulhu di H. P. Lovecraft, nei mostri e nello stile narrativo, con anche un omaggio dato dalla presenza in Biblioteca di una copia del Necronomicon). Sul comparto tecnico c'è poco da dire, anche se l'età si fa anche qui sentire (seppur in modo meno marcato del precedente). Il design dei pochi umani che si trovano, così come quello degli zombi, è davvero particolare e per quanto forse esageratamente macabro, riesce in qualche modo a colpire dritto nel segno. Gli ambienti restano come sempre lugubri e inquietanti, ma ci si apre anche a qualcosa di nuovo, di spettacolare, soprattutto vicini al finale del gioco (però meglio non entrare troppo nello specifico per evitare facili spoiler). Insomma, Penumbra: Black Plague (in cui ambientazione e trama appaiono simili anche a quelle del film La Cosa di John Carpenter) è un gioco niente male, ben fatto e degno successore del primo. Voto: 7

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