venerdì 9 ottobre 2020

DiRT 4

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/10/2020 Qui - Nel mondo videoludico è sempre difficile accontentare tutti. C'è chi vuole che i giochi siano più realistici e chi più facili e spensierati. Nell'ambito dei giochi di guida le due correnti di pensiero sono suddivise in giocatori che vogliono un gameplay arcade e spartano e i piloti fatti e finiti, che vogliono simulatori tecnici e precisi. Come si possono accontentare tutti i giocatori? Codemasters dal canto suo aveva provato ad assecondare le due anime del pubblico realizzando DiRT 3 e DiRT Showdown per i primi e il più preciso e complesso DiRT Rally per i secondi. Due titoli diametralmente diversi, apprezzati entrambi ma che comunque non riuscivano a raggiungere perfettamente il mondo opposto. Ed ecco la soluzione definitiva, un gioco di rally in grado di accomodare i gusti dei puristi della guida e degli amanti dello stile arcade, ed ecco DiRT 4il giusto compromesso tra simulazione e accessibilità, un mix ben riuscito e adatto a qualsiasi tipo di giocatore (probabilmente è per questo il capitolo più democratico dell'intera serie). Pur non presentando grosse novità in termini di struttura, il titolo di Codemasters riesce infatti non solo nei suoi intenti, ella voleva proprio questo, creare un gioco basato su rally e rallycross in grado di colpire un'ampia fetta di amanti dei motori e fare in modo che l'esperienza di gioco fosse appetibile per tutti, e penso che ci siano riusciti (dopotutto il gioco ci fa guidare tanto, lasciando un po' da parte le velleità simulative e abbracciando la filosofia del "scegli tu che fare", così da coinvolgere anche quei piloti virtuali, in parte anche me, che hanno visto in DiRT Rally uno scoglio troppo grande da superare), ma inoltre riesce ad emergere, anche grazie alla sua struttura semplice ma funzionale, condita pure da divertenti sfide a tempo e opzioni multigiocatore di ogni tipo.

Lara Croft and the Temple of Osiris

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/10/2020 Qui - Dopo la soddisfacente prima esperienza con la saga videoludica di Lara Croft, avvenuta mesi fa con il discreto reboot del 2013 (qui), ecco la seconda, con l'altro titolo che Steam gratuitamente donò e che io riscattai. E il titolo è praticamente l'erede e sequel di Lara Croft and the Guardian of Light, lo spin-off dedicato alla bella eroina uscito nel 2010 (quattro anni prima rispetto a questo), che ci porta all'interno di un'avventura (action) ricca di enigmi e puzzle da risolvere, caratterizzato da una visuale isometrica e dal gioco in cooperativa (di un massimo di quattro giocatori, quattro come i personaggi, in questa avventura Lara si ritrova infatti insieme all'archeologo rivale, Carter Bell, e alle antiche divinità Horus e Isis). E proprio da queste due caratterizzazioni partiamo, dicendo però che se il gioco in cooperativa non è un problema, ogni giocatore può decidere (la scelta nel mio caso obbligata non avendo occasione di chiamare a rapporto nessun altro giocatore) di guidare Lara alla termine di questa avventura anche in solitario (un aiuto sarebbe stato tuttavia utile nella battaglia finale), una delle qualità migliori di Lara Croft and the Temple of Osiris è infatti il suo trasformismo (in base al numero di giocatori si differenzia difatti nel gioco), il problema c'è soprattutto nella sua visuale. Il sistema di controllo per esempio, su PC è quasi impossibile giocare con tastiera a meno di essere i figliastri del Doctor Octopus e, anche utilizzando il mouse, la situazione non migliora di molto a causa di una telecamera scomoda che costringe i giocatori a gestire al millimetro gli spazi e a rimanere sempre appiccicati come delle ventose. Ma la generale scomodità nel giocare Lara Croft and the Temple of Osiris è solo uno dei problemi, da menzionare c'è pure la scarsa varietà degli enigmi che, dopo le prime tre o quattro tipologie, mischiano solamente le carte in tavola senza inserire qualcosa di veramente innovativo, rendendo buona parte della seconda metà dell'avventura noiosa. Un'avventura di cui setting è naturalmente l'Egitto, con tutto ciò che ne consegue in termini di mitologia, divinità, tombe e tesori.

Game Over: la tag per i videogamer

 
Post pubblicato su Pietro Saba World il 09/10/2020 Qui - Nato da un'idea del blog OMNIVERSO, il Tag a tema videogiochi, finalizzato alla stretta conoscenza tra blogger tramite appunto un excursus videoludico tra ricordi e non solo, dopo aver girato nell'ultimo mese la blogosfera giunge finalmente anche da me. L'aspettavo infatti (essendo un videogiocatore da quasi trent'anni, in tal senso a fine Tag ci saranno le recensioni di due videogiochi a cui ho giocato negli ultimi mesi), e dopo aver ricevuto la nomina da tre blog, quello de Il Moro, di Moz e di Sam Simon, posso infine rispondere alle 10 domande che il suddetto propone.

1) Qual è stato il tuo primo approccio ai videogiochi?
In tenera età, e il luogo era la sala giochi, che nei primissimi anni '90 mio fratello era dedito frequentare nei weekend, molte volte l'accompagnavo e ne approfittavo per girare tra i cabinati e gettare un gettone qua e là, tra auto sfreccianti, mangiatori di cibo (e fantasmi) e combattimenti spaziali all'ultima navicella.