Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/07/2019 Qui
Genere: Amnesia: The Dark Descent è un gioco di genere survival horror prodotto dalla Frictional Games. Amnesia, ispirato al racconto "L'estraneo" di Lovecraft, uscì nel 2010 su piattaforma Steam per PC e successivamente portato anche su sistemi operativi Mac e GNU/Linux.
Trama: Daniel, un ragazzo londinese, si sveglia in una grande sala di un castello lugubre e buio. Non ricorda nulla: né dove si trovi né perché si trovi lì, ricorda solo il suo nome. Seguendo delle tracce raggiunge delle lettere che si scrisse lui stesso prima di bere la pozione Amnesia per perdere la memoria. Scopre così di essere inseguito da un'entità immateriale e immortale, ma al contempo molto pericolosa: l'Ombra. Non può combatterla, può solo cercare di sfuggire da lei e dai suoi servi che vagano per il castello di Brannenburg. Il suo scopo è quello di sconfiggere il conte Alexander prima che ottenga la vita eterna e per farlo dovrà esplorare il castello, trovandosi faccia a faccia con i terribili ricordi nascosti nella sua mente che l'hanno spinto a dimenticare.
Recensione: Il gioco mi è piaciuto veramente molto per degli aspetti che non avevo mai incontrato prima in altri giochi (anche se di giochi simili mai giocato, a parte adventure di altro genere ed a parte Alien vs Predator che era però anche un FPS, così come lo erano Left 4 Dead, Dead Island e Dead Space) e che contribuiscono a favorire il suo lato horror: per esempio l'aggiunta dello stato di sanità mentale dove il povero Daniel, se lo lascerete camminare al buio, andrà fuori di testa e comincerà a vedere tutto sempre più distorto fino ad accasciarsi al suolo con un fischio continuo finché non troverete una fonte di luce da fissare. Poi il fatto di essere in prima persona e avendo il puntatore a "manine" che a seconda del tipo di mano che compare puoi compiere diverse azioni (raccogliere, spostare, ruotare), c'è una grossa interazione con la maggior parte degli oggetti che si trovano in giro: si può infatti prendere in mano quasi tutto quello che troviamo, trasportarlo in giro, ruotarlo per posizionarlo come vogliamo e anche lanciarlo via (mi divertivo troppo quando entravo in una stanza per cercare qualcosa e prendevo tutte le sedie le casse e i barili e le lanciavo via solo per fare casino, oppure, cosa molto più utile, per barricare la porta in modo che il mostro non entrasse). Ma forse la cosa che ho apprezzato di più è appunto che tramite questa interazione con gli oggetti si può afferrare una porta e tenendo premuto il tasto del mouse, possiamo noi stessi scegliere di quanto aprirla se vogliamo prima osservare cosa c'è dall'altra parte. Stessa cosa anche con tutti i cassetti e soprattutto con le ante degli armadi quando ci nascondiamo dentro. Inoltre ci si può sporgere di lato e per esempio guardare dietro l'angolo alla fine di ogni corridoio. Infine la cosa che caratterizza questo gioco è il fatto di poter usare la propria mano solo per tenere la lanterna (ulteriore causa di panico quando l'olio sta per finire) ma non per usare armi. Quindi quando disgraziatamente si incontra una di quei vomitevoli mostri, o gli lanciate dietro la prima cosa che trovate (ma non ve lo consiglio perché sarebbe solo una perdita di tempo) oppure, scappate correndo come dei deficienti (non sto a raccontarvi tutto, ma quando si sente il verso del Brute si fa prima a suicidarsi). Passando ad alcune piccole critiche a questo gioco, gioco avuto in regalo quasi un anno fa da Steam ma solo adesso rispolverato, ho trovato un po' pallosetto dovermi leggere tutte le lettere che trovavo per capirci qualcosa della storia (infatti qualche punto me lo sono perso perché non avevo voglia di leggere). A proposito di storia, per certi versi la trama è abbastanza insignificante, con una totale assenza di climax, colpi di scena e lineare sia nelle atmosfere che nei contenuti dall'inizio alla fine, ma sviscerarla a fondo è comunque abbastanza interessante. Inoltre anche devo dire che mi immaginavo qualche scena di terrore in più. Ce ne sono state parecchie certo, una in particolare me la faccio addosso ogni volta che la rifaccio, però c'è stata buona parte del gioco in cui c'era solo l'ansia di trovare qualcosa quando alla fine era tutto tranquillo. In generale, però, non si tratta di difetti talmente gravi da rovinare il tutto: The Dark Descent è comunque un grandioso horror adventure.
Modalità di gioco: La modalità è una ed una soltanto, ma è più che sufficiente, anche perché in quella che c'è il fattore più importante, la paura, è sempre assicurata. A proposito, il gioco, con visuale in prima persona, trova il suo punto forte nell'immedesimazione del giocatore in Daniel, diventando uno dei giochi horror più spaventosi che abbia mai visto o giocato. Il gioco riesce infatti (anche grazie al sonoro, che contribuisce con musiche lugubri appena udibili e forti fischi fastidiosi quando il malcapitato protagonista non riuscirà più a resistere alla tensione) a mantenere la paura in maniera costante dall'inizio alla fine, e lo fa in maniera splendida. Non si tratta solo di Jumpscare, ma di qualcosa di ben più spaventoso: dalla paura di essere inseguito a quella di essere scoperto, il gioco presenta una varietà di situazioni horror non indifferente, e fa tutto maledettamente bene. Quando non si sta affrontando il nemico, inoltre, ci saranno dei flashback che mostreranno gli orrori avvenuti all'interno del castello. Insomma, Amnesia è terrorizzante ed è sicuramente uno dei suoi più grandi pregi.
Gameplay: Amnesia è un'avventura horror in prima persona. Lo scopo del gioco è avventurarsi nel castello ed eliminare Alexander, come si scopre nel documento a inizio gioco. Per raggiungere il suo obiettivo, Daniel deve risolvere puzzle, esplorare il castello e sopravvivere agli attacchi dei nemici. Il giocatore è munito di una lampada ad olio, il quale finisce sempre piuttosto in fretta (ed è raro trovarne altro). Oltre alla lampada, è possibile trovare degli acciarini con i quali è possibile accendere lampade e candele. Queste forniscono una luce piuttosto limitata e non sono trasportabili, ma gli acciarini sono molto più comuni dell'olio della lampada. Come accennato prima, il protagonista deve risolvere una serie di puzzle per andare avanti. Si tratta, in realtà, di enigmi molto semplici, che in genere vanno risolti con oggetti trovati in giro durante l'esplorazione. I puzzle sono, comunque, abbastanza ingegnosi e divertenti. L'altra parte del gioco si basa sull'esplorazione del castello. Il maniero, però, è popolato da creature misteriose e ostili. Queste sono gestite in maniera piuttosto intelligente: anziché fare giri di ronda predefiniti, i nemici appaiono, salvo alcune eccezioni, a random in alcuni punti precisi. La scelta si rivela piuttosto saggia, perché fuggire da un mostro senza subire danni è veramente difficile, vista la loro velocità e potenza. Amnesia ha anche una discreta varietà di situazioni (per quanto possibile), il che rende sempre piacevole l'avventura. Un'altra caratteristica importante è l'implementazione del sistema di sanità mentale. Stare al buio, vedere i nemici o assistere a scene orribili causerà turbamento in Daniel, che precipiterà sempre di più verso l'insanità. Una volta arrivati allo stato minimo di sanità mentale, il personaggio comincerà a subire effetti pesanti, quali lentezza nel rispondere ai comandi o incapacità nel muoversi. Per recuperare la sanità, basta stare per un po' di tempo in un luogo illuminato, o in alternativa cercare di risolvere puzzle e andare avanti. In generale, quindi, The Dark Descent è piuttosto divertente sul punto di vista del gameplay. Un gameplay appunto semplice, forse troppo per alcuni ma non per me, mouse e tastiera per muoversi, mirino intelligente e tasto sinistro per interagire con gli ambienti, un inventario e un tasto per illuminare la stanza con una lanterna. Il minimo indispensabile insomma.
Aspetto tecnico: La grafica non raggiunge livelli di eccellenza (anche se si ha comunque modo di godere degli splendidi interni del castello, nonostante molte texture sono in bassa qualità e scarsamente definite). Pur risultando piuttosto godibile, infatti, il motore grafico non fornisce un impatto visivo paragonabile a titoli da tripla A. Un compromesso accettabile, d'altro canto, considerando che Amnesia è fatto per girare anche su sistemi molto vecchi. La parte sonora, invece, raggiunge livelli esaltanti. I continui suoni terranno viva l'ansia nel giocatore, e la colonna sonora è sempre adeguata e brillante. Il doppiaggio del gioco, è abbastanza ben fatto. Non si può dire la stessa cosa della traduzione (solo scritta) in italiano, che presenta alcuni difetti che, sebbene non siano gravissimi per la comprensione della trama, possono risultare spiacevoli a chi non ha una buona conoscenza della lingua inglese.
Longevità: Salta subito all'occhio la longevità abbastanza bassa: anche se io ho finito il gioco in dodici ore, e la media è tra le 7 e le 10 ore. La rigiocabilità è invece bassissima (gli unici motivi che possono incentivare una seconda corsa sono il commentario degli sviluppatori e i tre finali).
Commento finale: Amnesia è senza dubbio un piccolo gioiello (almeno per quei pochi giochi di questo genere giocato). Frictional Games riesce infatti a dare forma e sostanza alla paura in campo videoludico, orchestrando un'avventura che se goduta in versione totalmente immersiva (bassa luminosità, luci spente e cuffie in testa) è davvero in grado di restituire un'esperienza avvolgente, che può toccare le corde più profonde della vostra sensibilità e delle vostre paure. Non è ovviamente esente da difetti, ma chiunque si definisca anche in minima parte apprezzatore degli horror, giacché poco e niente può in alcun modo sminuire l'incredibile lavoro svolto dagli sviluppatori per rendere un senso di paura e angoscia così reale, deve far suo questo gioco ad ogni costo, anche a 9 anni di distanza, come è successo a me.
Consigliato: Se quello che cercate è un classico adventure con tanti enigmi e una trama tranquilla e rilassante lasciate perdere (i più impressionabili insomma si facciano da parte), Amnesia potrebbe danneggiare pesantemente le vostre coronarie. Se invece amate l'horror e volete provare davvero la Paura, quella che senti dentro di te, quella che ti fa aumentare il battito cardiaco e tremare le mani, non quella che ti fa sobbalzare con uno "screamer" e finisce lì, ma La vera Paura, Amnesia: The Dark Descent è il gioco che fa per voi.
Voto: 7+
Recensione: Il gioco mi è piaciuto veramente molto per degli aspetti che non avevo mai incontrato prima in altri giochi (anche se di giochi simili mai giocato, a parte adventure di altro genere ed a parte Alien vs Predator che era però anche un FPS, così come lo erano Left 4 Dead, Dead Island e Dead Space) e che contribuiscono a favorire il suo lato horror: per esempio l'aggiunta dello stato di sanità mentale dove il povero Daniel, se lo lascerete camminare al buio, andrà fuori di testa e comincerà a vedere tutto sempre più distorto fino ad accasciarsi al suolo con un fischio continuo finché non troverete una fonte di luce da fissare. Poi il fatto di essere in prima persona e avendo il puntatore a "manine" che a seconda del tipo di mano che compare puoi compiere diverse azioni (raccogliere, spostare, ruotare), c'è una grossa interazione con la maggior parte degli oggetti che si trovano in giro: si può infatti prendere in mano quasi tutto quello che troviamo, trasportarlo in giro, ruotarlo per posizionarlo come vogliamo e anche lanciarlo via (mi divertivo troppo quando entravo in una stanza per cercare qualcosa e prendevo tutte le sedie le casse e i barili e le lanciavo via solo per fare casino, oppure, cosa molto più utile, per barricare la porta in modo che il mostro non entrasse). Ma forse la cosa che ho apprezzato di più è appunto che tramite questa interazione con gli oggetti si può afferrare una porta e tenendo premuto il tasto del mouse, possiamo noi stessi scegliere di quanto aprirla se vogliamo prima osservare cosa c'è dall'altra parte. Stessa cosa anche con tutti i cassetti e soprattutto con le ante degli armadi quando ci nascondiamo dentro. Inoltre ci si può sporgere di lato e per esempio guardare dietro l'angolo alla fine di ogni corridoio. Infine la cosa che caratterizza questo gioco è il fatto di poter usare la propria mano solo per tenere la lanterna (ulteriore causa di panico quando l'olio sta per finire) ma non per usare armi. Quindi quando disgraziatamente si incontra una di quei vomitevoli mostri, o gli lanciate dietro la prima cosa che trovate (ma non ve lo consiglio perché sarebbe solo una perdita di tempo) oppure, scappate correndo come dei deficienti (non sto a raccontarvi tutto, ma quando si sente il verso del Brute si fa prima a suicidarsi). Passando ad alcune piccole critiche a questo gioco, gioco avuto in regalo quasi un anno fa da Steam ma solo adesso rispolverato, ho trovato un po' pallosetto dovermi leggere tutte le lettere che trovavo per capirci qualcosa della storia (infatti qualche punto me lo sono perso perché non avevo voglia di leggere). A proposito di storia, per certi versi la trama è abbastanza insignificante, con una totale assenza di climax, colpi di scena e lineare sia nelle atmosfere che nei contenuti dall'inizio alla fine, ma sviscerarla a fondo è comunque abbastanza interessante. Inoltre anche devo dire che mi immaginavo qualche scena di terrore in più. Ce ne sono state parecchie certo, una in particolare me la faccio addosso ogni volta che la rifaccio, però c'è stata buona parte del gioco in cui c'era solo l'ansia di trovare qualcosa quando alla fine era tutto tranquillo. In generale, però, non si tratta di difetti talmente gravi da rovinare il tutto: The Dark Descent è comunque un grandioso horror adventure.
Modalità di gioco: La modalità è una ed una soltanto, ma è più che sufficiente, anche perché in quella che c'è il fattore più importante, la paura, è sempre assicurata. A proposito, il gioco, con visuale in prima persona, trova il suo punto forte nell'immedesimazione del giocatore in Daniel, diventando uno dei giochi horror più spaventosi che abbia mai visto o giocato. Il gioco riesce infatti (anche grazie al sonoro, che contribuisce con musiche lugubri appena udibili e forti fischi fastidiosi quando il malcapitato protagonista non riuscirà più a resistere alla tensione) a mantenere la paura in maniera costante dall'inizio alla fine, e lo fa in maniera splendida. Non si tratta solo di Jumpscare, ma di qualcosa di ben più spaventoso: dalla paura di essere inseguito a quella di essere scoperto, il gioco presenta una varietà di situazioni horror non indifferente, e fa tutto maledettamente bene. Quando non si sta affrontando il nemico, inoltre, ci saranno dei flashback che mostreranno gli orrori avvenuti all'interno del castello. Insomma, Amnesia è terrorizzante ed è sicuramente uno dei suoi più grandi pregi.
Gameplay: Amnesia è un'avventura horror in prima persona. Lo scopo del gioco è avventurarsi nel castello ed eliminare Alexander, come si scopre nel documento a inizio gioco. Per raggiungere il suo obiettivo, Daniel deve risolvere puzzle, esplorare il castello e sopravvivere agli attacchi dei nemici. Il giocatore è munito di una lampada ad olio, il quale finisce sempre piuttosto in fretta (ed è raro trovarne altro). Oltre alla lampada, è possibile trovare degli acciarini con i quali è possibile accendere lampade e candele. Queste forniscono una luce piuttosto limitata e non sono trasportabili, ma gli acciarini sono molto più comuni dell'olio della lampada. Come accennato prima, il protagonista deve risolvere una serie di puzzle per andare avanti. Si tratta, in realtà, di enigmi molto semplici, che in genere vanno risolti con oggetti trovati in giro durante l'esplorazione. I puzzle sono, comunque, abbastanza ingegnosi e divertenti. L'altra parte del gioco si basa sull'esplorazione del castello. Il maniero, però, è popolato da creature misteriose e ostili. Queste sono gestite in maniera piuttosto intelligente: anziché fare giri di ronda predefiniti, i nemici appaiono, salvo alcune eccezioni, a random in alcuni punti precisi. La scelta si rivela piuttosto saggia, perché fuggire da un mostro senza subire danni è veramente difficile, vista la loro velocità e potenza. Amnesia ha anche una discreta varietà di situazioni (per quanto possibile), il che rende sempre piacevole l'avventura. Un'altra caratteristica importante è l'implementazione del sistema di sanità mentale. Stare al buio, vedere i nemici o assistere a scene orribili causerà turbamento in Daniel, che precipiterà sempre di più verso l'insanità. Una volta arrivati allo stato minimo di sanità mentale, il personaggio comincerà a subire effetti pesanti, quali lentezza nel rispondere ai comandi o incapacità nel muoversi. Per recuperare la sanità, basta stare per un po' di tempo in un luogo illuminato, o in alternativa cercare di risolvere puzzle e andare avanti. In generale, quindi, The Dark Descent è piuttosto divertente sul punto di vista del gameplay. Un gameplay appunto semplice, forse troppo per alcuni ma non per me, mouse e tastiera per muoversi, mirino intelligente e tasto sinistro per interagire con gli ambienti, un inventario e un tasto per illuminare la stanza con una lanterna. Il minimo indispensabile insomma.
Aspetto tecnico: La grafica non raggiunge livelli di eccellenza (anche se si ha comunque modo di godere degli splendidi interni del castello, nonostante molte texture sono in bassa qualità e scarsamente definite). Pur risultando piuttosto godibile, infatti, il motore grafico non fornisce un impatto visivo paragonabile a titoli da tripla A. Un compromesso accettabile, d'altro canto, considerando che Amnesia è fatto per girare anche su sistemi molto vecchi. La parte sonora, invece, raggiunge livelli esaltanti. I continui suoni terranno viva l'ansia nel giocatore, e la colonna sonora è sempre adeguata e brillante. Il doppiaggio del gioco, è abbastanza ben fatto. Non si può dire la stessa cosa della traduzione (solo scritta) in italiano, che presenta alcuni difetti che, sebbene non siano gravissimi per la comprensione della trama, possono risultare spiacevoli a chi non ha una buona conoscenza della lingua inglese.
Longevità: Salta subito all'occhio la longevità abbastanza bassa: anche se io ho finito il gioco in dodici ore, e la media è tra le 7 e le 10 ore. La rigiocabilità è invece bassissima (gli unici motivi che possono incentivare una seconda corsa sono il commentario degli sviluppatori e i tre finali).
Commento finale: Amnesia è senza dubbio un piccolo gioiello (almeno per quei pochi giochi di questo genere giocato). Frictional Games riesce infatti a dare forma e sostanza alla paura in campo videoludico, orchestrando un'avventura che se goduta in versione totalmente immersiva (bassa luminosità, luci spente e cuffie in testa) è davvero in grado di restituire un'esperienza avvolgente, che può toccare le corde più profonde della vostra sensibilità e delle vostre paure. Non è ovviamente esente da difetti, ma chiunque si definisca anche in minima parte apprezzatore degli horror, giacché poco e niente può in alcun modo sminuire l'incredibile lavoro svolto dagli sviluppatori per rendere un senso di paura e angoscia così reale, deve far suo questo gioco ad ogni costo, anche a 9 anni di distanza, come è successo a me.
Consigliato: Se quello che cercate è un classico adventure con tanti enigmi e una trama tranquilla e rilassante lasciate perdere (i più impressionabili insomma si facciano da parte), Amnesia potrebbe danneggiare pesantemente le vostre coronarie. Se invece amate l'horror e volete provare davvero la Paura, quella che senti dentro di te, quella che ti fa aumentare il battito cardiaco e tremare le mani, non quella che ti fa sobbalzare con uno "screamer" e finisce lì, ma La vera Paura, Amnesia: The Dark Descent è il gioco che fa per voi.
Voto: 7+
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