Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 17/03/2023 Qui - Un gioco di poche parole, si sceglie quale episodio si vuole affrontare, a scelta tra sette località (anche se tre aggiunte successivamente grazie alla GOTY), ognuno dei quali vanta tre (o quattro) scenari e quattro personaggi differenti, la missione è uccidere zombi e salvare la pelle. World War Z si ispira all'omonima pellicola con Brad Pitt e si pone come l'ennesima reinterpretazione della formula à la Left 4 Dead. Quest'ultimo che resta il miglior gioco del suo genere, che all'epoca adoravo, e continuo, ad adorare. Devo dire che l'avevo sottovalutato, di giochi di zombie ne ho provati parecchi, e capita spesso che si assomiglino un po' tutti, però non è male. Perché World War Z non è di certo il miglior sparatutto cooperativo di sempre a tema zombie, ma riesce discretamente nel suo intento di divertire senza badare troppo alla forma. L'esperienza cooperativa messa in piedi dagli sviluppatori vede in un gameplay efficace e un sistema di progressione interessante i suoi punti di forza, unitamente a un sistema di progressione che spinge a rigiocare i pochi episodi messi a disposizione o a gettarsi ogni tanto in qualche match multiplayer. A renderlo un buon prodotto e nulla più troviamo come sempre alcuni limiti tipici di queste produzioni, grafica con più bassi che alti e una qualità narrativa qui sotto la sufficienza. Inoltre, purtroppo il gioco non è troppo longevo, si finisce bene o male in 6-7 ore, ma forse è meglio così, almeno in certi casi come questo. Perché certo, World War Z non offrirà forse l'ambientazione più emozionante sul tema, ma il nocciolo della trama unita alla parte migliore del film (ovvero le piramidi di zombi) portano questa esperienza videoludica cooperativa a essere fra le più coinvolgenti (a cui ho giocato) degli ultimi anni, da quando Valve ha deciso di non sfruttare più il franchise Left 4 Dead, fermo al capitolo secondo. Meglio del film questo bel giochino. Voto: 6+
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