lunedì 27 luglio 2020

Assassin's Creed Chronicles: China

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/07/2020 Qui - Esattamente come Tomb Raider (ma anche come per altri titoli giocati negli ultimi anni), anche questo gioco ho ricevuto gratis, a cambiare è la piattaforma digitale di scaricamento, da Steam a Uplay della Ubisoft (detentrice del marchio AC), ma non è l'unica differenza, la differenza sostanziale è che apprezzabile in positivo fu l'avventura di Lara Croft, parecchio deludente è stata questa di Shao Jun. Già perché in Assassin's Creed Chronicles: China, primo spin-off della saga, e primo delle tre progettate alla stessa maniera da Ubisoft, ambientate rispettivamente in Cina, India e Russia, molto lascia a desiderare. Di certo non malvagia (anche perché veramente intrigante è l'ambientazione, alla quale non è facile resistere) è la scelta di strutturare il titolo in maniera differente rispetto all'originale, calando l'azione all'interno di un contesto 2.5D (quindi prevalentemente bidimensionale e con l'utilizzo della terza dimensione solamente negli spostamenti della visuale e i cambi di profondità), la protagonista infatti, un'assassina che ha il compito di recuperare la scatola donatagli da Ezio Auditore da Firenze durante il viaggio di Jun in Italia, si sposta all'interno di livelli a scorrimento orizzontale, peccato però che questa cosa influisca negativamente sulle meccaniche di gioco. Nel senso che queste meccaniche forzano il giocatore ad utilizzare un solo approccio (obbligata è la via), che la visuale conica dei nemici alla fine determina molte limitazioni e fluidità dei movimenti (che sono tanti e troppi) e dei controlli (quest'ultimi legnosi), che tutto fanno tranne che aiutare il giocatore.