Tema e genere: Commedia divertente e spensierata ambientata nel mondo delle corse automobilistiche.
Trama: Jim Douglas è un pilota ormai a fine carriera, che nelle ultime apparizioni ha distrutto le sue auto in gara. Con l'inseparabile amico Tennessee si reca quindi dal concessionario di lusso di Peter Thorndyke, uscendone però con un maggiolino bianco un po' particolare.
Recensione: E' notizia fresca che la Volkswagen abbia terminato la produzione del Maggiolino, probabilmente l'automobile più famosa al mondo, e in tal senso Herbie ha contribuito in maniera significativa (ma non poi decisiva) a perpetuarne il mito. Un mito che continuerà comunque e sempre a vivere appunto grazie alla pellicola Un maggiolino tutto matto del 1968, interpretata dal compianto Dean Jones, che ci ha lasciati quasi quattro anni fa ed a cui ho anche dedicato un post all'epoca della sua triste dipartita (qui), e prodotta dalla Disney che guarda caso ha fatto epoca per aver imposto qui da noi il termine "maggiolino" a indicare l'auto più venduta probabilmente di sempre (facendolo così entrare nell'immaginario collettivo). E pensare che son passati 51 anni dall'uscita di The Love Bug, classico film stile Disney (ovvero caratterizzato dalla leggerezza dei toni e dal ritmo scatenato) diretto da Robert Stevenson e primo episodio di una fortunatissima saga, anche se tre seguiti ed un remake tutti inferiori al primo capitolo, quest'ultimo soprattutto leggermente deludente e non all'altezza delle aspettative. Eppure ancora oggi a più di cinquant'anni dalla sua uscita, Un maggiolino tutto matto è il classico film per ragazzi (non a caso l'ho scelto per partecipare alla seconda edizione, qui la prima, del Geekoni Film Festival, la rassegna cinematografica dedicata appunto ai film per ragazzi più belli e preferiti di sempre) dove tutto funziona. Va da sé che la visione del film porti ondate di piacevoli ricordi, ma è innegabile non dare ad Herbie (che se si arrabbia son guai) quello che è di Herbie (la "prima" automobile capace di sentimenti umani), dopotutto la comicità slapstick con una live car è, per l'epoca, un vero colpo di genio. Film leggero e divertente, per tutti dunque, ed originale, è stato infatti questo film a lanciare l'idea di una macchina dotata vita propria. Tema ripreso più tardi poi da altri film molto più inquietanti quali La Macchina Nera e Christine - La Macchina Infernale. Comunque, questo simpatico maggiolino che si guida da solo e (come detto) può anche arrabbiarsi e combinarne di tutti i colori a chi gli sta antipatico strappa sicuramente molte risate ad un pubblico senza troppe pretese. Il film ci propone poi ottime inquadrature, soprattutto nelle sequenze delle gare e splendidi modelli di auto presentati. Sicuramente sono stati impiegati grandi mezzi per questo film, per non parlare delle auto che avranno distrutto per la sua realizzazione. Gli attori sono rodati per film di questo genere, Dean Jones a parte (che diamo per assodato) pensiamo al solo David Tomlinson che compare in capisaldi come Mary Poppins e Pomi d'ottone e manici di scopa. Tutto questo rende Un maggiolino tutto matto (diventato col tempo una sorta di classico, un evergreen che non invecchia mai) un film sicuramente apprezzabile anche oggi, ad oltre mezzo secolo dalla sua uscita. Infatti, potrei stare a vedere questo film per giorni e giorni senza accusare il benché minimo segno di stanchezza. Un po' come quando ero piccolo, quando i film del ciclo di Herbie passavano spesso e volentieri per i palinsesti televisivi e non come semplici riempitivi, in un'epoca in cui i film venivano trasmessi sulle tv con una frequenza molto maggiore. E non ne perdevo uno, ogni volta che li trasmettevano ero pronto a rivederli per l'ennesima volta. E anche adesso che lo vedo con una certa maturità non è cambiato nulla, è sempre divertente. Perché questo bellissimo film per tutte le stagioni ha una storia semplice, ha corse divertenti tra sabotaggi, stranezze e finali di corsa strampalati (simili alle Wacky Races, serie a cartoni che si affacciava in tv proprio lo stesso anno), e ha il lieto fine (d'altri tempi) assicurato. Non un capolavoro, anzi, ma sicuramente godibile, il film infatti scorre senza intoppi, regalando al pubblico divertimento e tanto altro (anche perché così tanto scemo il film non è, alcuni temi non sono per niente "leggeri"), e ben fatto, anche se sono evidenti errori tecnici di montaggio e qualche altro particolare che fa vedere i suoi anni. Però tutto è perdonabile visto il target (anche se è per tutti ma proprio tutti) e visto la natura di questa pellicola, una pellicola che fa bene al cuore ed alla testa.
Regia: La pellicola di Robert Stevenson (il primo a proporre la "macchina con i sentimenti" in maniera così efficace) è divertente, dinamica, ma forse eccessivamente lunga. L'azione derivante dalle gare da una parte la rende più vivace, eppure tronca un po' la trama. Inoltre se pensiamo al suo Mary Poppins di quattro anni prima qui mancano spunti che ti facciano altrettanto dire Wow. Non che gli effetti speciali siano male, anzi, il Maggiolino si muove in autonomia ed il trucco, almeno per l'epoca, può definirsi abbondantemente riuscito. Però dal punto di vista dell'innovazione qui siamo di fronte ad una delle tante commedie Disney di quegli anni: roba per famiglia, bei volti nel cast, affabili e puliti (Dean Jones, Michele Lee e Buddy Hackett, ed ovviamente David Tomlinson), trama semplice ed adatta a tutti. Tuttavia non è affatto poco, anzi, perché così si rendono memorabili certi film come questo.
Sceneggiatura: La straordinarietà del veicolo, compresa completamente solo dal bel personaggio di Tennessee, è il vero fiore all'occhiello di un lungometraggio che trova i suoi momenti migliori nell'avvincente gara finale, dall'esito prevedibile ma tutt'altro che scontata nel suo svolgimento. Non manca un eccesso di didascalismo stilistico e narrativo, ma il suo dovere lo fa egregiamente.
Aspetto tecnico: Funzionano molto bene le location, le riprese delle gare e le strade di San Francisco. La fotografia è tipica del periodo, e da non sottovalutare assolutamente la colonna sonora, anzi, io l'adoro proprio, sempre adorata.
Cast: Il film come detto è divertente, è girato con grande ritmo ed è interpretato da un cast in forma anche se "l'attore" più in palla è proprio l'automobile.
Commento Finale: Un grosso successo della Disney degli anni '60, che fruttò più di quello che forse si era puntato, ma Robert Stevenson, vecchia volpe della casa, autore di Mary Poppins e non solo (F.B.I. - Operazione gatto, Il fantasma del pirata Barbanera, entrambi con Dean Jones, e il primo sequel di questa saga), riesce ad entrare in sintonia in maniera discreta e perfetta, facendo uso di una collaudata sceneggiatura e conoscendone i limiti. L'idea di umanizzare una macchina quindi parte dalla Disney e da qui si faranno passi da giganti anche in film interessanti di grandi autori. E' un idea concreta e paradossale, ma giusta per agire sulla storia in maniera piacevole e che diverte grandi e piccoli, servendosi anche del mondo delle corse, terreno fertile per un gioco di situazioni possibili ad iniziare dalla rivalità, dalle cattiverie e dalle invidie, ma diverte in particolare il personaggio del Maggiolino umanizzato, con tutte le sue caratterialità e sentimenti che ci portano a vederlo in carne ed ossa, ma che è importante che rimanga una macchina, ma pensante.
Consigliato: E' da considerarsi alla stregua di un buon cartone animato, per questo è imprescindibile, oltretutto è inconcepibile non averlo mai visto.
Voto: 7+
Recensione: E' notizia fresca che la Volkswagen abbia terminato la produzione del Maggiolino, probabilmente l'automobile più famosa al mondo, e in tal senso Herbie ha contribuito in maniera significativa (ma non poi decisiva) a perpetuarne il mito. Un mito che continuerà comunque e sempre a vivere appunto grazie alla pellicola Un maggiolino tutto matto del 1968, interpretata dal compianto Dean Jones, che ci ha lasciati quasi quattro anni fa ed a cui ho anche dedicato un post all'epoca della sua triste dipartita (qui), e prodotta dalla Disney che guarda caso ha fatto epoca per aver imposto qui da noi il termine "maggiolino" a indicare l'auto più venduta probabilmente di sempre (facendolo così entrare nell'immaginario collettivo). E pensare che son passati 51 anni dall'uscita di The Love Bug, classico film stile Disney (ovvero caratterizzato dalla leggerezza dei toni e dal ritmo scatenato) diretto da Robert Stevenson e primo episodio di una fortunatissima saga, anche se tre seguiti ed un remake tutti inferiori al primo capitolo, quest'ultimo soprattutto leggermente deludente e non all'altezza delle aspettative. Eppure ancora oggi a più di cinquant'anni dalla sua uscita, Un maggiolino tutto matto è il classico film per ragazzi (non a caso l'ho scelto per partecipare alla seconda edizione, qui la prima, del Geekoni Film Festival, la rassegna cinematografica dedicata appunto ai film per ragazzi più belli e preferiti di sempre) dove tutto funziona. Va da sé che la visione del film porti ondate di piacevoli ricordi, ma è innegabile non dare ad Herbie (che se si arrabbia son guai) quello che è di Herbie (la "prima" automobile capace di sentimenti umani), dopotutto la comicità slapstick con una live car è, per l'epoca, un vero colpo di genio. Film leggero e divertente, per tutti dunque, ed originale, è stato infatti questo film a lanciare l'idea di una macchina dotata vita propria. Tema ripreso più tardi poi da altri film molto più inquietanti quali La Macchina Nera e Christine - La Macchina Infernale. Comunque, questo simpatico maggiolino che si guida da solo e (come detto) può anche arrabbiarsi e combinarne di tutti i colori a chi gli sta antipatico strappa sicuramente molte risate ad un pubblico senza troppe pretese. Il film ci propone poi ottime inquadrature, soprattutto nelle sequenze delle gare e splendidi modelli di auto presentati. Sicuramente sono stati impiegati grandi mezzi per questo film, per non parlare delle auto che avranno distrutto per la sua realizzazione. Gli attori sono rodati per film di questo genere, Dean Jones a parte (che diamo per assodato) pensiamo al solo David Tomlinson che compare in capisaldi come Mary Poppins e Pomi d'ottone e manici di scopa. Tutto questo rende Un maggiolino tutto matto (diventato col tempo una sorta di classico, un evergreen che non invecchia mai) un film sicuramente apprezzabile anche oggi, ad oltre mezzo secolo dalla sua uscita. Infatti, potrei stare a vedere questo film per giorni e giorni senza accusare il benché minimo segno di stanchezza. Un po' come quando ero piccolo, quando i film del ciclo di Herbie passavano spesso e volentieri per i palinsesti televisivi e non come semplici riempitivi, in un'epoca in cui i film venivano trasmessi sulle tv con una frequenza molto maggiore. E non ne perdevo uno, ogni volta che li trasmettevano ero pronto a rivederli per l'ennesima volta. E anche adesso che lo vedo con una certa maturità non è cambiato nulla, è sempre divertente. Perché questo bellissimo film per tutte le stagioni ha una storia semplice, ha corse divertenti tra sabotaggi, stranezze e finali di corsa strampalati (simili alle Wacky Races, serie a cartoni che si affacciava in tv proprio lo stesso anno), e ha il lieto fine (d'altri tempi) assicurato. Non un capolavoro, anzi, ma sicuramente godibile, il film infatti scorre senza intoppi, regalando al pubblico divertimento e tanto altro (anche perché così tanto scemo il film non è, alcuni temi non sono per niente "leggeri"), e ben fatto, anche se sono evidenti errori tecnici di montaggio e qualche altro particolare che fa vedere i suoi anni. Però tutto è perdonabile visto il target (anche se è per tutti ma proprio tutti) e visto la natura di questa pellicola, una pellicola che fa bene al cuore ed alla testa.
Regia: La pellicola di Robert Stevenson (il primo a proporre la "macchina con i sentimenti" in maniera così efficace) è divertente, dinamica, ma forse eccessivamente lunga. L'azione derivante dalle gare da una parte la rende più vivace, eppure tronca un po' la trama. Inoltre se pensiamo al suo Mary Poppins di quattro anni prima qui mancano spunti che ti facciano altrettanto dire Wow. Non che gli effetti speciali siano male, anzi, il Maggiolino si muove in autonomia ed il trucco, almeno per l'epoca, può definirsi abbondantemente riuscito. Però dal punto di vista dell'innovazione qui siamo di fronte ad una delle tante commedie Disney di quegli anni: roba per famiglia, bei volti nel cast, affabili e puliti (Dean Jones, Michele Lee e Buddy Hackett, ed ovviamente David Tomlinson), trama semplice ed adatta a tutti. Tuttavia non è affatto poco, anzi, perché così si rendono memorabili certi film come questo.
Sceneggiatura: La straordinarietà del veicolo, compresa completamente solo dal bel personaggio di Tennessee, è il vero fiore all'occhiello di un lungometraggio che trova i suoi momenti migliori nell'avvincente gara finale, dall'esito prevedibile ma tutt'altro che scontata nel suo svolgimento. Non manca un eccesso di didascalismo stilistico e narrativo, ma il suo dovere lo fa egregiamente.
Aspetto tecnico: Funzionano molto bene le location, le riprese delle gare e le strade di San Francisco. La fotografia è tipica del periodo, e da non sottovalutare assolutamente la colonna sonora, anzi, io l'adoro proprio, sempre adorata.
Cast: Il film come detto è divertente, è girato con grande ritmo ed è interpretato da un cast in forma anche se "l'attore" più in palla è proprio l'automobile.
Commento Finale: Un grosso successo della Disney degli anni '60, che fruttò più di quello che forse si era puntato, ma Robert Stevenson, vecchia volpe della casa, autore di Mary Poppins e non solo (F.B.I. - Operazione gatto, Il fantasma del pirata Barbanera, entrambi con Dean Jones, e il primo sequel di questa saga), riesce ad entrare in sintonia in maniera discreta e perfetta, facendo uso di una collaudata sceneggiatura e conoscendone i limiti. L'idea di umanizzare una macchina quindi parte dalla Disney e da qui si faranno passi da giganti anche in film interessanti di grandi autori. E' un idea concreta e paradossale, ma giusta per agire sulla storia in maniera piacevole e che diverte grandi e piccoli, servendosi anche del mondo delle corse, terreno fertile per un gioco di situazioni possibili ad iniziare dalla rivalità, dalle cattiverie e dalle invidie, ma diverte in particolare il personaggio del Maggiolino umanizzato, con tutte le sue caratterialità e sentimenti che ci portano a vederlo in carne ed ossa, ma che è importante che rimanga una macchina, ma pensante.
Consigliato: E' da considerarsi alla stregua di un buon cartone animato, per questo è imprescindibile, oltretutto è inconcepibile non averlo mai visto.
Voto: 7+
Eccovi qui il cartellone della rassegna e i post già pubblicati:
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